Il panorama degli incentivi per l’assunzione di giovani under 35 in Italia sta vivendo un momento di confusione e incertezze. Le nuove disposizioni, attese da molte aziende, hanno subito una battuta d’arresto, creando preoccupazioni tra i datori di lavoro che cercano di attivare contratti agevolati. A fine febbraio, un decreto esemplificativo era stato pubblicato ma successivamente ritirato, sollevando interrogativi sulla tempistica e le modalità di attuazione.
La revoca del decreto e le sue implicazioni
A febbraio 2025, il Ministero del Lavoro aveva pubblicato un decreto volto a sostenere le assunzioni di giovani, ma il provvedimento è stato presto rimosso a causa di un’importante incongruenza. Il decreto stabiliva che solo le assunzioni effettuate dopo il 31 gennaio 2025 avrebbero potuto ricevere vantaggi fiscali, creando confusione tra le imprese che avevano già preso decisioni a favore di nuove assunzioni. Questo stop ha alimentato il panico tra i datori di lavoro, incapaci di capire come procedere con le loro strategie di assunzione in un periodo caratterizzato da una ripresa post-pandemia.
Il Ministero ha tentato di tranquillizzare le imprese, annunciando che il nuovo decreto è in fase finale di elaborazione e che prevede incentivi per le assunzioni effettuate a partire da settembre 2024. Questo annuncio, sebbene generi un certo sollievo, non ha placato completamente le tensioni e le preoccupazioni accumulate dalle aziende fino a questo momento.
Gli incentivi disponibili per le assunzioni di under 35
Nel 2025, le imprese possono contare su due principali incentivi per l’assunzione di giovani con meno di 35 anni. Il primo è un incentivo generale, applicabile su tutto il territorio nazionale, che offre uno sconto sui contributi fino a 500 euro al mese. Il secondo, più significativo, è attualmente riservato alle zone economiche speciali , dove l’incentivo arriva fino a 650 euro mensili.
Entrambi gli incentivi, introdotti dal decreto Coesione, richiedevano l’autorizzazione della Commissione Europea per evitare che venissero classificati come aiuti di Stato non conformi alle norme europee. Questa condizione ha complicato la situazione, poiché le aziende speravano in una validità retroattiva per gli incentivi più favorevoli già dal mese di settembre 2024. La mancanza di una chiara tempistica ha generato un clima d’incertezza, spingendo il Ministero ad annullare il decreto pubblicato, accentuando ulteriormente l’ansia tra i datori di lavoro.
Le rassicurazioni del governo e la posizione dei partiti
Dopo il ritardo e la revoca del decreto, il Ministero del Lavoro ha ritenuto necessario comunicare che il provvedimento attuativo sul bonus per i giovani è ormai alle fasi finali di scrittura e che verranno agevolate tutte le assunzioni a tempo indeterminato di under 35 a partire da settembre 2024. Questo comporta, secondo le fonti governative, che solo l’incentivo destinato alle Zes subirà la data di autorizzazione di gennaio, limitando la confusione.
Le dichiarazioni fatte dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, indicano che il governo stia cercando un dialogo costante con la Commissione Europea per garantire agevolazioni tempestive. Tuttavia, rappresentanti del Movimento Cinque Stelle come Davide Aiello hanno criticato questa situazione, descrivendo l’incertezza e la confusione come un chiaro segno di incompetenza da parte del governo.
I timori di un ritardo nell’attuazione degli incentivi si riflettono in modo tangibile sulle decisioni delle aziende, che si trovano bloccate in un limbo tra le aspettative di crescita e la realtà burocratica. Le imprese che hanno già effettuato assunzioni da settembre 2024 a gennaio 2025, pensando di poter contare sugli aiuti promessi, continuano a essere in una condizione di precarietà , in attesa di chiarimenti e del definitivo varo del decreto.