Inchiesta a Chivasso: palazzo Santa Chiara sotto esame per danno erariale di 200 mila euro

Indagine della Corte dei Conti su cinque dipendenti del Comune di Chivasso per un presunto danno erariale di oltre 200 mila euro legato alla gestione delle morosità negli affitti pubblici.
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Inchiesta a Chivasso: palazzo Santa Chiara sotto esame per danno erariale di 200 mila euro - Gaeta.it

Un’inchiesta della Procura della Corte dei Conti ha colpito Palazzo Santa Chiara, sede del Comune di Chivasso, coinvolgendo cinque dipendenti per un presunto danno erariale che supererebbe i 200 mila euro. Le indagini si concentrano sulla gestione delle morosità relative agli affitti, con la direzione dell’ATC che ha sollevato preoccupazioni circa la regolarità delle procedure seguite dal Comune. Questo scandalo amministrativo getta un’ombra su un’istituzione fondamentale del territorio, portando in primo piano temi di legalità e responsabilità pubblica.

Gli inviti a dedurre: cosa significano

L’emissione di cinque “inviti a dedurre” segna l’avvio di un’indagine formale da parte della Corte dei Conti. Questi atti costituiscono un avviso formale per le persone coinvolte, invitandole a presentare le proprie giustificazioni rispetto alle accuse di danno erariale. La pratica mira a garantire il diritto di difesa, consentendo ai destinatari di fornire osservazioni prima che le autorità competenti prendano una decisione definitiva.

Nel caso di Palazzo Santa Chiara, gli indagati includono tre dirigenti, un funzionario e un dipendente del settore Welfare. È importante notare che alcuni di questi soggetti non prestano più servizio presso il Comune, essendo già stati trasferiti o indotti al pensionamento. L’indagine ha come focus la presunta mancata attuazione delle procedure richieste per gestire le morosità negli affitti pubblici assegnati dall’ATC. In termini pratici, l’ufficio avrebbe dovuto avviare gli sfratti per circa quaranta famiglie morose.

In caso di inadempienze, il Comune di Chivasso potrebbe dover rispondere economicamente per le somme non riscosse, risultando contravveniente rispetto alle normative regionali, che stabiliscono l’obbligo di attuare misure di recupero nei confronti degli inquilini morosi. L’indagine si basa su verifiche condotte dalla Guardia di Finanza che hanno esaminato i documenti e le procedure seguite dal 2018 al 2022.

Le problematiche legate alle morosità colpevoli e incolpevoli

Il tema delle morosità si distingue in due categorie principali: morosità incolpevole e morosità colpevole. Le morosità incolpevoli si riferiscono a quelle persone che, a causa di difficoltà economiche—come disoccupazione o malattia—non riescono a far fronte agli affitti. A tal riguardo, il Comune ha istituito un fondo per agevolare il pagamento delle spese di affitto, ma risulta evidente che gli importi versati dal 2008 in poi sono stati inferiori a quanto effettivamente richiesto dall’ATC.

D’altro canto, le morosità colpevoli includono gli inquilini che, pur avendo la capacità economica di pagare l’affitto secondo i calcoli ISEE, scelgono di non farlo. Questo comporta un debito che, nel periodo tra il 2019 e il 2023, ha raggiunto quasi i 200 mila euro, ponendo forti interrogativi sulla responsabilità del Comune di Chivasso nel non aver attuato le procedure necessarie per la decadenza dei contratti di affitto.

Le normative regionali stabiliscono che, qualora il Comune non intervenga nei termini previsti per dichiarare la decadenza, esso stesso diventa responsabile per le morosità accumulate. In questo contesto, l’ATC ha segnalato circa 64 casi di morosità colpevole che non sono stati gestiti secondo le direttive, creando un carico economico significativo per l’amministrazione comunale.

Le polemiche politiche e i risvolti futuri

La questione è di particolare rilevanza politica e sociale, creando tensioni all’interno del Consiglio Comunale di Chivasso. Durante una seduta dedicata all’assestamento di bilancio, la maggioranza del sindaco Claudio Castello—che in quel momento era assente—ha approvato una variazione di bilancio di 650 mila euro. Questo intervento è stato giustificato come necessario per affrontare le morosità accumulate nel tempo. Tuttavia, la modalità e la tempistica di tale approvazione hanno sollevato preoccupazioni tra i membri dell’opposizione.

Diversi consiglieri hanno espresso contrarietà rispetto alla mancanza di garanzie riguardo la correttezza della copertura finanziaria, dicendo di voler richiedere chiarimenti alla Corte dei Conti. La consigliera Claudia Buo, per esempio, ha sottolineato come la gestione di questa vicenda non fosse stata affrontata con la necessaria trasparenza, manifestando così il malcontento di tutta l’opposizione.

La vicenda ha anche comportato l’uscita dall’aula di alcuni membri della maggioranza, mostrando che anche nell’ambito della coalizione ci sono stati dissensi circa la soluzione proposta dall’Amministrazione. Questi eventi hanno dunque messo in discussione non solo l’efficacia dell’operato del Comune, ma anche la capacità degli organi politici di gestire situazioni di crisi.

Lavorando su un tema così delicato e carico di ripercussioni legali e politiche, l’indagine che interessa Palazzo Santa Chiara rappresenta un punto cruciale per la governance di Chivasso. La prossima mossa degli involucrati e il pronunciamento della Corte dei Conti saranno seguiti con attenzione da parte di cittadini e osservatori, in attesa di chiarimenti su un tema che tocca direttamente le finanze pubbliche e il benessere sociale.

Ultimo aggiornamento il 8 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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