L’inchiesta su presunti legami tra un gruppo di hacker e i servizi segreti israeliani ha preso una piega intrigante con le dichiarazioni di Giulio Cornelli, uno degli esperti informatici arrestati lo scorso 25 ottobre. Tra i nomi emersi, anche quello dell’ex superpoliziotto Carmine Gallo, deceduto nel marzo 2023, e di Nunzio Samuele Calamucci. Le informazioni rilasciate durante l’interrogatorio di Cornelli offrono uno sguardo dettagliato su un contesto che coinvolge cyber-spionaggio e possibili attività illecite.
Rivelazioni sul gruppo di hacker
Secondo quanto riportato, Cornelli ha descritto Calamucci come una figura centrale, frequentemente in possesso di fogli contenenti lavorazioni etichettate come “Per i cugini israeliani”. Questi documenti si riferivano a incarichi legati a diverse attività, tra cui un’azienda che forniva materiale a Hamas. Cornelli, noto con il soprannome “John Bologna“, ha sottolineato che il suo ruolo era limitato all’assemblaggio di report e che i legami con i servizi israeliani rappresentavano più suspicion che prove concrete.
Cornelli ha spiegato che le missioni sembravano oscillare tra attività investigative e commerciali. Queste affermazioni pongono interrogativi sulla reale natura delle collaborazioni in corso e suggeriscono un’attività strutturata ma opaca.
Il lavoro su Eni e altre aziende
Un altro punto saliente emerso dall’interrogatorio riguarda il lavoro che Cornelli ha svolto per quanto concerne Eni. Nella calda estate del 2022, gli sono stati assegnati report su fornitori e clienti dell’azienda petrolifera. Inoltre, ha menzionato anche nomi noti come Armanna e Amara, entrambi coinvolti nel procedimento legale che ha visto Eni e Shell accusate, ma alla fine assolte, per il caso Nigeria.
Questi dettagli evidenziano come la rete di attività del gruppo di hacker vada oltre il semplice cyber-spionaggio, intrecciandosi con questioni commerciali e legali di alto profilo.
Archivi e dati sensibili
Cornelli ha poi rivelato di essere in possesso di una chiavetta USB contenente file ritenuti archivi di Carmine Gallo. Questi file comprendevano documenti Word con descrizioni di vari collaboratori e nomi noti nel panorama della criminalità organizzata, inclusi riferimenti a Abu Omar e alle Brigate Rosse. Attraverso questi elaborati, il gruppo avrebbe creato un aggregatore di dati interno, battezzato “Beyond Internal Risk“.
La dichiarazione mette in luce il potenziale di sfruttamento commerciale e informativo che questo materiale sensibile potrebbe fornire. Calamucci ha affermato che il possesso di tali informazione di Gallo conferiva loro un certo vantaggio competitivo nel mercato.
Le dinamiche del gruppo e gli effetti sulle indagini
Le informazioni fornite da Cornelli, in merito ai sottili legami tra il suo gruppo e i servizi segreti, potrebbero avere ripercussioni significative sulle indagini condotte dalle autorità. L’emergere di dettagli su operazioni oscure e collaborazioni con entità internazionali solleva preoccupazioni in merito alla sicurezza e alla giustizia. Le autorità stanno monitorando attentamente l’evoluzione di questa inchiesta, poiché qualsiasi sviluppo futuro potrebbe coinvolgere anche altre agenzie e attori di rilievo.
La situazione continua a evolversi e gli sviluppi futuri potrebbero chiarire ulteriormente le intricate relazioni tra le parti coinvolte e le eventuali conseguenze legali derivanti da tali attività.