A Milano, le autorità stanno intensificando le indagini sulle aggressioni sessuali collettive avvenute in piazza Duomo durante la notte di Capodanno. L’attenzione si concentra su diversi episodi di violenza, con un numero crescente di denunce da parte delle vittime. La Procura di Milano sta cercando di raccogliere ulteriori testimonianze per ricostruire l’accaduto, dando particolare rilievo alla versione di una giovane inglese, che sarebbe stata coinvolta.
Denunce e prime testimonianze
Nelle ultime settimane, sono state presentate tre denunce ufficiali relative a questi eventi. L’inchiesta, condotta dalla Squadra mobile, è coordinata dalla viceprocuratrice Letizia Mannella e dalla pubblica ministero Alessia Menegazzo. Fino ad ora, la prima denuncia è giunta da una ventenne belga che, in visita a Milano con un gruppo di amici, ha rivelato l’accaduto ai media. Questo gruppo, composto da cinque persone, tra cui tre ragazze e due ragazzi, non ha ancora espresso l’intenzione di sporgere denuncia ufficiale. In ogni caso, potrebbero venire ascoltati in un secondo momento grazie alla collaborazione con Eurojust, sul fronte europeo delle indagini.
Altre due denunce sono emerse, tra cui quella di una ventenne emiliana. Questa giovane donna ha raccontato di come il suo compagno sia riuscito a strapparla da un raggruppamento di persone nei pressi della Galleria, dove si sarebbero consumate violenze di gruppo perpetrate da un gruppo numeroso, con stime che parlano di trenta o quaranta aggressori, molti dei quali stranieri.
L’inchiesta sta cercando di verificare la presenza di un vero e proprio schema di comportamento, simile a quanto accaduto durante le festività di Capodanno tre anni fa, che ha dato vita a numerosi episodi di violenza.
Raccolta di prove e indagini in evoluzione
Oltre alle denunce, le forze dell’ordine stanno attualmente analizzando materiali audiovisivi provenienti da telecamere di sorveglianza e video amatoriali per identificare gli aggressori. Le autorità sono impegnate in un lavoro meticoloso che richiede tempo, dato il numero elevato di immagini da esaminare. L’obiettivo è mettere in correlazione gli eventi e le testimonianze per definire il quadro delle aggressioni avvenute.
Le indagini si estendono oltre Milano, con potenziali richieste di cooperazione internazionale per ascoltare altre vittime che potrebbero trovarsi all’estero. I magistrati, consapevoli della delicatezza della situazione, lavorano per proteggere e garantire supporto alle vittime, mentre si attivano a ricostruire i fatti nel minuzioso tentativo di perseguire i responsabili.
Fatti e testimonianze tra paura e solidarietà
Le versioni fornite dalle vittime arrivate ai media descrivono scene di grande paura e panico. Gli episodi hanno suscitato reazioni sia nella comunità locale che in quella internazionale. La violenza di gruppo ha colpito la città e sollevato interrogativi sulle misure di sicurezza adottate in occasione di eventi pubblici di grande richiamo. Gli avvocati delle vittime e le associazioni attive nella difesa dei diritti delle donne stanno alzando la voce affinché sia fatto giustizia e affinché simili atti non si ripetano.
Il clima di allerta continua a crescere, con le autorità che sono ora chiamate a garantire maggiori elementi di sicurezza per i cittadini e i turisti. L’attenzione si concentra anche sulla necessità di campagne di sensibilizzazione riguardanti il tema della violenza di genere. La strada da percorrere per restituire tranquillità e sicurezza alla comunità sarà lunga e complessa, mentre si attende lo sviluppo delle indagini in corso.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Laura Rossi