Inchiesta su falsi incidenti assicurativi: coinvolti avvocati e professionisti a Frosinone

Inchiesta su falsi incidenti assicurativi: coinvolti avvocati e professionisti a Frosinone

Indagine della Procura di Frosinone svela un complesso schema di truffa assicurativa legato al suicidio dell’avvocato Andrea Dini, coinvolgendo 53 professionisti tra avvocati e fisioterapisti.
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Inchiesta su falsi incidenti assicurativi: coinvolti avvocati e professionisti a Frosinone - Gaeta.it

Un’ampia indagine della Procura di Frosinone ha portato alla luce un sofisticato schema di truffa scaturito dal suicidio di Andrea Dini, un noto avvocato del posto. L’inchiesta ha rivelato il coinvolgimento di 53 individui tra cui avvocati, fisioterapisti e automobilisti, accusati di orchestrare incidenti stradali fittizi per fraudare le compagnie assicurative. Le misure cautelari richieste dal Pm Samuel Amari, tra cui arresti domiciliari e interdizioni professionali, aprono un nuovo capitolo in questa delicata vicenda.

Il suicidio di Andrea Dini e l’avvio delle indagini

L’episodio che ha acceso i riflettori sulle irregolarità nel settore assicurativo è stato il suicidio di Andrea Dini, avvenuto il 18 luglio 2023. L’avvocato, molto conosciuto nei circoli legali locali, si è tolto la vita lanciandosi dallo studio in piazza Caduti di via Fani. Dopo il tragico evento, gli agenti di polizia hanno avviato un’inchiesta, intuendo che la morte del legale potesse nascondere contorni più oscuri provenienti dal suo ambiente lavorativo.

Analizzando la sua carriera e le sue pratiche professionali, gli inquirenti hanno scoperto una serie di operazioni sospette collegate ad incidenti stradali denunciati. Dalla combinazione di testimonianze raccolte e certificati medici, si è delineato il quadro di un sistema di frode in cui i professionisti coinvolti facevano leva su incidenti mai avvenuti o gonfiavano l’entità dei sinistri, collaborando con ortopedici che rilasciavano referti ingannevoli. Il suicidio di Dini, purtroppo, ha segnato l’inizio di una vasta indagine che ha toccato molteplici figure del panorama legale e medico a Frosinone.

La rete di professionisti coinvolti

L’indagine ha rivelato l’esistenza di un consolidato gruppo di professionisti che operava per attuare frodi ai danni delle compagnie assicurative. Tra i 53 indagati ci sono avvocati, fisioterapisti ed altri operanti nel settore, come carrozzieri e normali automobilisti. In particolare, i nomi di quattro legali, Alessandro Petricca, Fabio Fascetti, Diego Eugenio Bracaglia e Vittorio Vecchione, spiccano nell’inchiesta, insieme a due fisioterapisti, Umberto Colapietro e Raffaele Gianfranco Di Palma. Questi ultimi sono accusati di avere partecipato attivamente alla creazione di referti medici non rispondenti alla verità.

Secondo la Procura, la strategia perseguita dal gruppo era piuttosto semplice: gli avvocati incoraggiavano i loro clienti a denunciare falsi incidenti, mentre i fisioterapisti confermavano curative per infortuni mai avvenuti. Un meccanismo ben consolidato, supportato da testimonianze compiacenti che attestavano l’esistenza di sinistri non reali. Questo sistema ha portato a ingenti profitti, permettendo agli indagati di incassare cospicui risarcimenti e dividere il bottino tra i vari membri della rete fraudolenta.

Implicazioni legali e richieste della Procura

La Procura di Frosinone ha formalmente avanzato otto richieste di misure cautelari nei confronti degli indagati, accompagnate da un corposo fascicolo contenente oltre 5.000 pagine di documentazione. Le misure, che includono arresti domiciliari e interdizioni professionali, saranno discusse davanti al Gip, con interrogatori già programmati, dove gli indagati saranno assistiti da avvocati di fiducia. Si affronterà un momento cruciale per la giustizia, in un caso che mette in luce le falle nel sistema delle assicurazioni e il ruolo di professionisti del diritto e della salute in tale contesto.

Parallelamente, proseguono le indagini sul suicidio di Andrea Dini, il cui gesto drammatico ha sollevato dubbi sulle sue ultime attività professionali. La polizia ha raccolto una serie di certificati medici che testimoniano un’eventuale pratica poco etica riguardo le lesioni riportate. Un mistero avvolge la morte dell’avvocato, con interrogativi sul suo stato psicologico negli ultimi giorni, sul suo possibile coinvolgimento al di là delle evidenze emerse nel processo, e sull’eventuale pressione a cui era sottoposto dal suo lavoro.

Questa intricata vicenda getterà, senza dubbio, nuova luce sull’affidabilità delle pratiche professionali nel campo legale e medico, evidenziando le cattive prassi esistenti nel settore delle assicurazioni e le necessità di riforme per tutelare i diritti dei cittadini di fronte a frodi sempre più sofisticate.

Ultimo aggiornamento il 31 Gennaio 2025 da Sofia Greco

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