Un nuovo filone dell’inchiesta condotta dalla procura di Genova sulla Tirrenia-Compagnia italiana di navigazione ha portato alla luce un vasto caso di presunta corruzione che coinvolge una quarantina di individui. Tra gli indagati ci sono magistrati, funzionari delle forze dell’ordine e diversi rappresentanti delle prefetture. L’inchiesta, che ha colpito l’operatività della compagnia navale, ha portato anche al sequestro di tre traghetti.
Ipotesi di corruzione e viaggi gratuiti
Al centro di questa inchiesta c’è l’ipotesi di corruzione, secondo cui i funzionari coinvolti avrebbero beneficiato di viaggi gratuiti a bordo delle navi della compagnia utilizzando carte speciali, soprannominate ‘gold’. Questi privilegi, conferiti per il tramite della Tirrenia, hanno sollevato interrogativi su possibili favoritismi tra la compagnia e i pubblici ufficiali. Il sistema di favori attraverso questi viaggi non pagati rappresenta un interessante spaccato di come certi legami possano influenzare la gestione delle pubbliche risorse e le interazioni tra le istituzioni e le aziende private.
Attualmente non risultano accertamenti diretti riguardo ai favori che la compagnia potrebbe aver ricevuto in cambio di questi viaggi. Tuttavia, l’inchiesta si è ampliata a tal punto che alcune pratiche sono state trasferite a Torino, coinvolgendo magistrati liguri per questioni di competenza. Questo ampliamento delle indagini evidenzia un contesto di allerta e preoccupazione nell’ambito della lotta alla corruzione.
Interrogatori in arrivo per 13 persone coinvolte
Parallelamente, un altro filone dell’inchiesta sta affrontando il tema delle frodi su pubbliche forniture, che ha portato al sequestro di ben 64 milioni di euro dalla compagnia navale. Mercoledì inizieranno i primi interrogatori davanti al giudice per le indagini preliminari per le 13 persone coinvolte in questa vicenda. Le misure cautelari richieste dal pubblico ministero Walter Cotugno includono arresti domiciliari per due persone e 11 interdizioni.
Le indagini sono condotte dalla guardia di finanza, che ha tracciato un elenco di nomi di funzionari pubblici e magistrati che hanno viaggiato senza pagare su tratte verso la Sardegna e la Sicilia. Questo scenario ha portato rapidamente a contestazioni di corruzione. È interessante notare come, in questa fase, non siano stati accertati i favoreggiamenti diretti che la compagnia di navigazione possa aver ricevuto.
Il coinvolgimento di alti ufficiali e capitanerie
Significativa è la lista degli indagati, che comprende nomi noti del settore; tra questi c’è Gianfranco Annunziata, contrammiraglio ed ex capo ufficio al ministero della Difesa. Accanto a lui sono stati citati anche l’ammiraglio Pier Federico Bisconti, ex vicesegretario della Difesa, e l’ammiraglio Filippo Giovanni Maria Marini, attuale comandante della Capitaneria di porto di Venezia, assieme ad altri ufficiali delle capitanerie. Questa rappresentanza di alti funzionari sottolinea la rilevanza della questione sotto il profilo delle responsabilità pubbliche e del monitoraggio della legalità nel settore delle forniture e del trasporto marittimo.
Le accuse per alcuni di questi indagati vanno dalla frodi al falso, fino alla corruzione. Accanto a queste figure chiave, si registra anche l’indagine su Achille Onorato, amministratore delegato della Moby, figlio del noto armatore Vincenzo Onorato, che al momento non risulta indagato. Gli ufficiali della Capitanerie di porto sono accusati di aver utilizzato 87 biglietti gratuiti o scontati, per un valore complessivo di circa 20 mila euro.
Attraverso un’attenta e scrupolosa indagine, l’autorità giudiziaria prova a fare chiarezza su una situazione complessa che coinvolge ambienti sensibili e rilevanti, sia dal punto di vista economico che della pubblica amministrazione.