Inchiesta sulla violenza delle curve milanesi: ascoltati Inzaghi, Zanetti e altri nomi noti

Indagini della Procura di Milano su affari illeciti legati agli ultrà di Inter e Milan, con 19 arresti e audizioni in corso di figure chiave del calcio milanese per chiarire le dinamiche violente.
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Inchiesta sulla violenza delle curve milanesi: ascoltati Inzaghi, Zanetti e altri nomi noti - Gaeta.it

Le indagini condotte dalla Procura di Milano su affari illeciti, violenze e intimidazioni legate agli ultrà delle curve di Inter e Milan hanno suscitato un notevole interesse pubblico e mediatico. Con 19 arresti già eseguiti nei vertici delle suddette tifoserie, le autorità sono pronte a intensificare le loro indagini con audizioni di testimoni chiave, tra cui figure di spicco nei rispettivi club. In questo contesto, l’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi, il vicepresidente Javier Zanetti, e il capitano del Milan, Davide Calabria, potrebbero essere convocati come persone informate sui fatti.

Audizioni in corso: chi verrà ascoltato

Nei prossimi giorni, i pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra, coadiuvati dalla Polizia e dalla Guardi di Finanza, inizieranno una serie di audizioni per chiarire le presunte “pressioni” che i calciatori e i dirigenti delle squadre potrebbero aver subito. Le indagini fanno parte di un’inchiesta più ampia che mira a fare luce sui legami fra i club milanesi e gli ultrà, che negli ultimi anni hanno visto un incremento delle loro attività violente e intimidatorie.

Recentemente il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha espresso preoccupazione sull’argomento: “Abbiamo fatto come Comune un accesso agli atti perché vogliamo sapere se ci sono aspetti che possono riguardare noi come soggetti che hanno avuto un danno.” Il sindaco ha sottolineato quanto sia necessario raddrizzare rapidamente una situazione che ha sempre destato preoccupazioni, in particolare quando si parla della gestione dello stadio, che è di proprietà del Comune e sarebbe in parte in mano ad attori dall’operato controverso come gli ultrà.

La perquisizione di primo piano: il caso Maldini

Particolarmente significativo il caso del cognato di Paolo Maldini, Mauro Russo, il cui nome è emerso nell’ambito delle perquisizioni condotte dagli inquirenti. Dalle prime informazioni, risulta che Mauro Russo fosse coinvolto in pratiche di corruzione legate ai parcheggi nelle vicinanze dello stadio, con riferimenti a Manfredi Palmeri, esponente di ‘M.I Stadio srl‘.

Mentre Aldo Russo, suo fratello, non risulta indagato, la situazione di Mauro ha preso una piega seria, spingendo gli inquirenti a indagare sul suo ruolo e sulle implicazioni legali legate alle sue attività. L’emergere di nomi legati a figure di spicco del mondo calcistico nazionale evidenzia la complessità delle dinamiche che si intrecciano nel panorama calcistico milanese, caratterizzato talvolta da confini labili tra sport, affari e criminalità.

I legami tra Inter e criminalità: dichiarazione dei PM

Aspetti inquietanti emergono anche in merito ai rapporti tra l’Inter e gli ambienti criminali, come esplicitato dai pubblici ministeri. Secondo gli inquirenti, il club nerazzurro “in via di fatto, alterna atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza,” mantenendo una connessione indiretta con la criminalità organizzata e le violenze legate al mondo del tifo. Questo tipo di dinamiche complicano ulteriormente il già intricata rete di relazioni tra il mondo sportivo e quello criminale in Italia.

Claudio Sala, responsabile della sicurezza della prima squadra dell’Inter, ha confermato che l’interazione fra la società e i gruppi ultrà avviene principalmente tramite un responsabile dei rapporti con la tifoseria. La testimonianza di Sala e altri dettagli forniti dai pubblici ministeri rivelano quanto sia complesso il percorso che porta alla gestione delle relazioni tra i club e i loro tifosi più appassionati, talvolta coinvolti in attività violente.

Intercettazioni e dialoghi inquietanti

Non meno preoccupanti sono le intercettazioni che rivelano scambi di messaggi tra i membri dei gruppi ultrà e dirigenti del club. In uno di questi dialoghi, il capo degli ultrà dell’Inter, Marco Ferdico, esprimeva preoccupazioni riguardo a possibili indagini in corso, mentre discuteva strategie per gestire le tessere degli abbonamenti, sottolineando un sistema opaco e problematico.

La documentazione raccolta dalle autorità gioca un ruolo cruciale nel chiarire le dinamiche di violenza e intimidazione che caratterizzano il rapporto fra le tifoserie e le società calcistiche milanesi. Frasi come “se Marotta non dà l’ok ci deve spiegare Cameruccio il perché no” evidenziano un clima di paura e intimidazione, in grado di compromettere la sicurezza all’interno delle strutture sportive.

Le indagini rimangono in evoluzione e la comunità calcistica attende sviluppi significativi su un caso che promette di portare alla luce verità scomode. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere fino a che punto si estendono le connessioni tra le curve ultrà e gestioni non sempre chiare in un contesto di crescente attenzione mediatica e giudiziaria.

Ultimo aggiornamento il 1 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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