Un episodio di razzismo ha scosso la tranquilla Pieve di Soligo, una cittadina situata in provincia di Treviso, nota per il suo paesaggio culturale e vinicolo. Mohammed Hammouch, assessore comunale al turismo, ha vissuto una brutta esperienza durante la ricerca di una nuova abitazione per la sua famiglia. Questo incidente solleva questioni importanti sulla tolleranza e sull’inclusività all’interno della comunità.
Un’assessore con radici locali
Mohammed Hammouch ha 35 anni e vive in Italia da quando aveva soltanto sei mesi. È un cittadino italiano con una profonda conoscenza del dialetto locale, il che lo rende parte integrante della comunità di Pieve di Soligo. Il suo impegno come assessore al turismo dimostra il suo attaccamento al territorio ed alla sua cultura. Pieve di Soligo è un comune di circa 11mila abitanti, situato nel cuore della fascia del Prosecco superiore, con una ricca storia culturale, inclusa la nascita del poeta Andrea Zanzotto. Nonostante il suo contributo attivo alla vita cittadina, l’assessore ha vissuto un’esperienza frustrante e discriminatoria quando ha cercato una casa più grande per la sua famiglia.
La ricerca di una nuova abitazione
Hammouch si è rivolto a un’agenzia immobiliare per cercare un’abitazione più spaziosa, necessaria per le esigenze della sua famiglia. L’intermediario, dopo aver valutato le necessità del suo cliente, ha trovato un’opzione nel comune stesso, un fatto che avrebbe dovuto semplificare la ricerca e favorire una rapida conclusione. Tuttavia, le cose hanno preso una piega inaspettata e negativa quando il proprietario dell’immobile ha appreso il nome del futuro inquilino. Mohammed è stato escluso dall’affitto non appena il nome “Hammouch” è emerso sul tavolo, suscitando un atteggiamento di pregiudizio.
Rifiuto e commenti razzisti
Dopo il rifiuto del proprietario, Hammouch ha deciso di affrontare personalmente la situazione. Durante l’incontro, ha scoperto che il motivo del rifiuto era basato su stereotipi razzisti. Il proprietario, conoscendo il suo impegno pubblico nella comunità, si è sentito libero di esprimere la propria discriminazione in modo diretto, dichiarando di non voler affittare a “morochini, tanto siete tutti uguali”. Frasi di questo tipo colpiscono non solo chi ne è destinatario, ma rivelano anche una mentalità presente all’interno della società. Tale dichiarazione non ha messo in discussione l’amore di Hammouch per la sua città, ma lo ha profondamente ferito.
Reazione dell’assessore e risvolti futuri
Nonostante l’episodio doloroso, Hammouch ha commentato che Pieve di Soligo è “un posto meraviglioso”, ma ha anche riconosciuto la triste verità delle parole ricevute. L’assessore ha definito le affermazioni del proprietario razziste e ha invitato la comunità a riflettere su tali comportamenti. Il suo caso richiama l’attenzione sulla necessità di misure e politiche più efficaci contro il razzismo e la discriminazione. La sua resilienza rispecchia la determinazione di molti a combattere contro l’ingiustizia e a promuovere un clima di accoglienza e rispetto reciproco.
L’incidente di Pieve di Soligo mette in luce le complessità delle dinamiche sociali italiane, suggerendo che il cammino verso una società più giusta e integrata è ancora lungo. La storia di Mohammed Hammouch è un monito sui pregiudizi che permangono e riflette il bisogno di cambiamento e consapevolezza all’interno delle comunità.