Incidente grave durante alternanza scuola-lavoro a Rieti: studente minore ferito

Incidente grave durante alternanza scuola-lavoro a Rieti: studente minore ferito

Un grave infortunio a uno studente dell’Istituto ‘Celestino Rosatelli’ di Rieti durante il PCTO riaccende il dibattito sulla sicurezza nelle attività di alternanza scuola-lavoro e suscita proteste.
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Incidente grave durante alternanza scuola-lavoro a Rieti: studente minore ferito - Gaeta.it

Un episodio preoccupante ha riguardato uno studente minorenne dell’Istituto tecnico ‘Celestino Rosatelli’ di Rieti, rimasto gravemente ferito oggi durante attività di alternanza scuola-lavoro in un’azienda della stessa città specializzata in lavorazioni meccaniche. Questo fatto ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nelle attività pratiche legate all’istruzione, suscitando proteste e reazioni da parte di rappresentanti degli studenti. Gli approfondimenti su questo incidente sono essenziali per comprendere la situazione attuale del programma PCTO , ex Alternanza Scuola-Lavoro.

Un infortunio grave durante il lavoro

Il giovane, che stava utilizzando un tornio, ha subito una frattura multipla al braccio, situazione che ha richiesto un immediato intervento del 118. Dopo esser stato soccorso, è stato trasferito in ospedale dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. L’entità delle ferite riportate è tale da sollevare preoccupazioni sulla sicurezza dei minorenni coinvolti in simili attività lavorative. Attualmente, la Procura di Rieti e i carabinieri stanno conducendo un’indagine per chiarire la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità.

Questa evenienza porta alla luce il rischio insito nel coinvolgimento di studenti minorenni in attività che dovrebbero essere indirizzate alla loro formazione, piuttosto che a un’attività lavorativa vera e propria. La continua esposizione a situazioni pericolose mina non solo la sicurezza degli studenti, ma anche l’integrità del sistema educativo stesso.

Reazioni e proteste dalla Rete degli studenti medi

Le reazioni all’incidente non sono tardate ad arrivare. Bianca Piergentili, coordinatrice della Rete degli studenti medi del Lazio, ha dichiarato che questo episodio segna l’ennesimo caso nel quale la sicurezza degli studenti è stata messa a repentaglio. Piergentili ha espresso un forte richiamo all’attenzione su quanto già accaduto in passato, sottolineando la necessità di cambiare radicalmente il sistema attuale. “Basta PCTO, basta sfruttamento legalizzato”, ha commentato, mettendo in evidenza come la situazione attuale sia inaccettabile.

Un altro importante esponente della Rete, Paolo Notarnicola, ha descritto l’accaduto come “terribile” e ha chiesto misure più severe per garantire la sicurezza degli studenti. Ha rimarcato come l’educazione non debba trasformarsi in un sistema di sfruttamento. A suo avviso, gli studenti non dovrebbero essere utilizzati come manodopera gratuita e privi di tutele. Notarnicola ha richiamato il Ministro Valditara a rivedere il PCTO, affermando che si devono evitare ulteriori incidenti.

Riflessioni sulla sicurezza degli studenti nelle attività lavorative

Questo infortunio solleva interrogativi cruciali riguardo alla sicurezza e alla legalità dell’impiego di studenti minorenni nel mondo del lavoro. Il fatto che minori possano trovarsi a operare in contesti rischiosi, senza le adeguate protezioni e compensi, è un tema di grande rilevanza sociale e culturale. La ferita riportata dallo studente di Rieti è un campanello d’allarme per l’intero sistema educativo italiano, sollecitando una riflessione seria sulle attuali pratiche di alternanza scuola-lavoro.

Mentre è fondamentale per gli studenti acquisire esperienze pratiche, è altrettanto importante garantire che tali esperienze non compromettano la loro salute e sicurezza. Le istituzioni devono prendere in seria considerazione le istanze degli studenti e delle loro rappresentanze, iniziando un dialogo attivo per valutare la sicurezza e l’efficacia delle attuali politiche scolastiche. Come dimostra il caso di Rieti, è urgente che si agisca per evitare di mettere in pericolo la giovane vita degli studenti, che dovrebbero essere supportati nel loro percorso formativo e non esposti a rischi ingiustificati.

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