La libertà di espressione è uno dei pilastri fondamentali della democrazia, ma all’Università di Milano questo principio è stato messo in discussione. Il 26 novembre 2024, si è verificato un grave episodio di violenza durante l’incontro intitolato “Accogliere la Vita. Storie di libere scelte”, promosso dal collettivo studentesco Obiettivo Studenti, collegato al Movimento Comunione e Liberazione. Un’azione di protesta sfociata in aggressività ha interrotto bruscamente il convegno, evidenziando una crescente tensione sociale legata al dibattito sui temi pro-vita.
I dettagli dell’evento interrotto
Il convegno, che mirava a discutere delle scelte di vita e dei valori pro-famiglia, è stato violato da un gruppo di studenti appartenenti ad organizzazioni di sinistra radicale, tra cui Udu, Rebelot e Cambiare Rotta. Questi attivisti hanno fatto irruzione nell’aula, interrompendo i relatori e i partecipanti. Le immagini registrate durante l’incidente mostrano scene di violenza verbale e fisica, con insulti e bestemmie che echeggiavano nell’ambiente. Un ragazzo del collettivo Obiettivo Studenti ha subito un’aggressione diretta, con acqua versata addosso, mentre l’addetto alla sicurezza dell’Università è stato spinto e fatto cadere. All’esterno, i manifestanti hanno dato vita a un clima di tensione, con cori offensivi, striscioni provocatori e l’uso di fumogeni.
La partecipazione degli agenti della Digos non ha impedito il degenerare della situazione, costringendo i relatori e alcuni partecipanti a lasciare l’Università. Questi eventi sollevano interrogativi preoccupanti sulla sicurezza e sul libero scambio di idee in contesti accademici.
Le reazioni all’aggressione
L’associazione Pro Vita & Famiglia ha pubblicato un video sui social media, esprimendo solidarietà agli organizzatori e ai relatori dell’incontro. Hanno dichiarato la loro preoccupazione per la situazione attuale, sottolineando l’inammissibilità di attacchi fisici e verbali a chi esprime opinioni contrarie all’aborto. La loro richiesta si rivolge direttamente al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, affinché venga garantita maggiore sicurezza a favore di chi sostiene posizioni pro-vita.
Gli attacchi alla libertà di espressione non sono un evento isolato in Italia. La violenza verbale e fisica si sta manifestando con sempre maggiore frequenza, con precedenti segnalati anche contro la sede di Pro Vita & Famiglia. Questi fatti evidenziano una preoccupante intolleranza nei confronti di opinioni diversificate, penalizzando un dialogo aperto e costruttivo.
La posizione politica sulle violenze universitarie
In risposta agli eventi del 26 novembre, Pro Vita & Famiglia ha sollecitato anche il Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, a intervenire per fermare le frange violente che interferiscono con il libero dibattito. La situazione attuale solleva questioni importanti riguardo al rispetto delle opinioni e alla sicurezza degli studenti e dei relatori in ambito accademico.
In un contesto in cui le istituzioni educative dovrebbero fungere da spazi di dialogo e confronto, episodi come quello di Milano mettono a rischio l’integrità del dibattito. La necessità di creare un ambiente sicuro per esprimere opinioni, senza timore di aggressioni, è fondamentale per la crescita di una società democratica più forte e inclusiva.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Laura Rossi