Il nuovo Codice della Strada, introdotto dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha dato origine a un dibattito acceso riguardo alla sicurezza stradale in Italia. Da un lato, il governo rivendica un calo significativo degli incidenti, mentre dall’altro, l’Associazione Sostenitori della Polizia Stradale avanza delle critiche sulla reale efficacia della riforma. Analizziamo i dettagli.
Il calo degli incidenti stradali secondo il governo
Matteo Salvini ha dichiarato che gli sforzi del governo hanno avuto effetti tangibili, sostenendo che tra il Capodanno 2023 e quello del 2024 si è registrato un calo del 20% degli incidenti. Secondo il ministro, le polemiche sollevate attorno al nuovo Codice della Strada non hanno avuto effetto, e la priorità di un ministro è salvaguardare la vita dei cittadini. Questi dati positivi sono necessari per una narrazione che dimostra l’efficacia della riforma e galvanizza l’opinione pubblica.
Salvini, durante la sua comunicazione, ha fatto riferimento specifico ai numeri: i casi di incidenti, nello stesso periodo, sono passati da 67 a 50. Questo rafforzerebbe la sua tesi sulla necessità di un aggiornamento delle leggi esistenti, che secondo il ministro apparivano obsolete. L’ottimismo di Salvini invita a riflettere su come le nuove norme possano influenzare i comportamenti sulla strada e quell’attenzione particolare che il governo sta ponendo alla sicurezza.
Le affermazioni di Asaps: un quadro più preoccupante
Dall’altro lato della barricata, l’Asaps non condivide l’ottimismo del ministro. Giordano Biserni, presidente dell’associazione, ha messo in luce come gli incidenti mortali non siano diminuiti. Secondo l’associazione, i dati presentati da Salvini riflettono esclusivamente le segnalazioni effettuate da Polstrada e Carabinieri, Asaps sottolinea che tali rapporti coprono solo il 34% degli incidenti con lesioni. Così, il restante 66%, gestito dalle Polizie Municipali, non viene considerato, creando una visione parziale della situazione.
In un’analisi accurata, l’Asaps ha stimato che nelle strade italiane sono morte almeno 111 persone. Questo numero è più che raddoppiato rispetto alle stime ufficiali presentate dal ministro. L’affermazione che ci sia un calo degli incidenti non tiene conto della totalità dei dati, generando confusione e incertezze che riguardano la sicurezza stradale del Paese.
Le reazioni politiche: divergenze di opinione
Le reazioni politiche sui temi sollevati dalla riforma del Codice della Strada sono molteplici. Davide Bordoni, segretario della Lega nel Lazio, ha acclamato il lavoro di Salvini, ritenendo che la riforma sia stata una mossa opportuna per affrontare una legge ormai datata. Tuttavia, questo entusiasmo si scontra con le parole critiche di Francesca Ghirra . Quest’ultima ha invitato il governo a cessare quella che lei considera una «cinica propaganda sulla pelle delle vittime della strada».
Anche Alessio D’Amato esprime preoccupazione riguardo all’uso distorto dei dati, avvertendo su come la sicurezza stradale non debba essere un terreno di scontro politico. D’Amato fa riferimento all’ufficio studi dell’Asaps, noto per la sua autorevolezza in materia di sicurezza stradale, e loda l’accuratezza dei dati forniti.
Questa situazione ha portato a un acceso dibattito nel Paese, ridefinendo le priorità politiche e mostrando come la sicurezza dei cittadini possa trasformarsi in un argomento di conflitto tra diverse visioni politiche. Resta da capire come si evolverà la situazione e quali misure saranno adottate per affrontare le critiche e garantire la sicurezza sulle strade italiane.
Ultimo aggiornamento il 3 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina