Incremento occupazionale nelle Marche: i dati del 2025 rivelano una crescita e le sfide da affrontare

Incremento occupazionale nelle Marche: i dati del 2025 rivelano una crescita e le sfide da affrontare

L’occupazione nelle Marche cresce, con un aumento di 3.144 posti e una diminuzione della disoccupazione. Tuttavia, alcune province mostrano difficoltà, richiedendo interventi mirati per sostenere il mercato del lavoro.
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Incremento occupazionale nelle Marche: i dati del 2025 rivelano una crescita e le sfide da affrontare - Gaeta.it

Nell’ultimo anno, l’occupazione nelle Marche ha mostrato segni di progressiva espansione. Secondo i dati analizzati da Confartigianato e Cna sulla base delle informazioni Istat, il numero totale di lavoratori è aumentato significativamente, passando da 641.107 a 644.251, con un incremento di 3.144 unità. Parallelamente, si registra un calo del numero di disoccupati, diminuiti di 281 unità, corrispondente a una flessione dello 0,8%. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione è sceso dal 5,3% al 5,2%. Questi risultati evidenziano il dinamismo del mercato del lavoro marchigiano, che presenta tuttavia sfide localizzate.

Evidenze di crescita in provincia di Ascoli Piceno e Pesaro-Urbino

L’analisi mette in luce performance variegate a livello provinciale. La provincia di Ascoli Piceno ha registrato l’incremento più consistente, con 4.637 nuovi occupati. Segue la provincia di Pesaro-Urbino, dove si sono aggiunti 2.194 posti di lavoro. Questa crescita è attribuibile principalmente ai settori delle costruzioni e dei servizi nell’area ascolana, mentre il commercio sta svolgendo un ruolo cruciale nel pesarese. Le prospettive occupazionali per queste province appaiono quindi più favorevoli, grazie alla vitalità di settori tradizionali e alla resilienza del tessuto economico locale.

Tuttavia, non tutte le province marchigiane hanno visto esiti positivi. Ancona ha sofferto un decremento di 1.692 occupati, Macerata ha registrato una perdita di 1.343 posti di lavoro, e Fermo ha visto un calo di 652 unità. La diversità dei trend occupazionali potrebbe richiedere interventi mirati per sostenere le province in difficoltà, mentre si prosegue con le politiche di sviluppo per quelle in crescita, al fine di preservare l’equilibrio del mercato del lavoro regionale.

Settori chiave nella crescita occupazionale

La crescita dell’occupazione nelle Marche è stata spinta da un aumento dell’occupazione femminile, che ha visto un incremento del 2,3%. I settori del commercio e dell’hotellerie hanno contribuito in modo significativo, con 5.900 nuovi posti di lavoro e una crescita del 4,7%. Inoltre, il numero delle partite Iva, artigiani e commercianti è aumentato di 8.296 unità. Tuttavia, l’occupazione dipendente ha subito una contrazione, con una perdita di 5.151 posti nella categoria.

Un aspetto che merita attenzione è la performance del settore agricolo, che ha registrato un crollo del 33,1%, equivalenti a circa 6.900 occupati in meno. Questa tendenza negativa potrebbe sollevare questioni sulla sostenibilità del settore agricolo nelle Marche, evidenziando la necessità di strategie di supporto e innovazione nel settore per garantire la sua sopravvivenza e competitività.

Le prospettive future e le sfide locali

I rappresentanti regionali di Cna e Confartigianato, Moreno Bordoni e Gilberto Gasparoni, hanno sottolineato come la crescita dell’occupazione nell’area di Ascoli Piceno sia stata fortemente influenzata dalle costruzioni e dai servizi. Al contrario, ad Ancona e nelle province circostanti, il settore agricolo ha giocato un ruolo minore e ciò ha condotto a una riduzione della forza lavoro. Le indagini sottolineano anche che, seppur ci siano segni positivi, è dell’importanza che i decisori politici conoscano le peculiarità regionali e modifichino le politiche occupazionali secondo le necessità specifiche dei diversi territori.

È necessario quindi continuare a valorizzare il ruolo di artigiani e commercianti, che rappresentano una rete fondamentale per la tenuta economica e sociale delle Marche. L’attenzione dovrà essere riposta non solo a incrementare l’occupazione, ma anche a sostenere i settori vulnerabili, affinché le Marche possano continuare ad evolversi come una regione con un’economia diversificata e resiliente.

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