L’inchiesta della Procura di Milano ha rivelato un complesso sistema di scommesse illegali che ha coinvolto diversi calciatori di serie A. Tra gli indagati ci sono nomi noti del calcio italiano, tra cui Sandro Tonali e Nicolò Fagioli. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato al sequestro di quasi un milione e mezzo di euro, con dettagli che mettono in luce pratiche ingannevoli utilizzate dai bookmaker per aggirare i limiti delle piattaforme legali.
La procedura senza uno zero: come funzionava il sistema
I soggetti coinvolti nell’indagine hanno messo a punto una strategia per eludere i limiti massimi imposti dalle piattaforme legali. Questo metodo, noto come “procedura senza uno zero”, consisteva nell’indicare importi inferiori per ciascuna puntata. Grazie a questa pratica, i bookmaker riuscivano non solo ad aggirare le restrizioni sulle giocate ufficiali ma anche a ottenere guadagni ulteriori attraverso commissioni più basse.
Tommaso De Giacomo, 38 anni e leader del gruppo investigato, gestiva diverse attività collegate al gioco d’azzardo su piattaforme non autorizzate. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato che altri giocatori erano ben consapevoli delle modalità illecite utilizzate nel circuito delle scommesse. In particolare si è scoperto che De Giacomo aveva raccomandato a Fagioli l’importanza della tecnica “senza uno zero” da spiegare ad altri atleti.
Sequestri e arresti: la reazione della Guardia di Finanza
Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati 300 mila euro in contante oltre a un milione e 200 mila euro presenti su conti bancari riconducibili ai principali indagati tra cui De Giacomo stesso e il suo socio Patrik Frizzera. Gli investigatori hanno identificato questi fondi come proventi derivanti da attività illecite legate al gioco d’azzardo.
Le autorità competenti hanno richiesto misure cautelari nei confronti dei cinque protagonisti dell’inchiesta accusati anche di riciclaggio. Il giudice Lidia Castellucci ha fissato l’interrogatorio preventivo per il 17 aprile prossimo mentre gli avvocati difensori stanno preparando strategie legali per dimostrare l’innocenza dei loro assistiti.
I prestiti tra calciatori: affari poco chiari con orologi
Un altro aspetto emerso dall’inchiesta riguarda Nicolò Fagioli che avrebbe cercato prestiti da amici proponendo affari fittizi sull’acquisto ed eventuale rivendita di orologi tramite la gioelleria Elysium. Secondo le informazioni raccolte dagli investigatori almeno venti persone avrebbero prestato denaro all’atleta sulla base delle sue promesse riguardanti plusvalenze rapide attraverso transazioni apparentemente lecite.
Fagioli avrebbe convinto alcuni colleghi promettendo ritorni economici significativi in breve tempo; nelle chat analizzate emerge chiaramente la sua intenzione nel creare opportunità d’affari falsando la realtà degli investimenti proposti.
Riferimenti incrociati con altri atleti ed ex arbitri
Il caso si complica ulteriormente quando si analizzano le interazioni tra Fagioli e altri sportivi o figure pubbliche come Piero Marinoni, ex arbitro oggi sospeso dal servizio arbitrale. Attraverso comunicazioni WhatsApp è stato possibile riscontrare riferimenti diretti alle modalità operative del gruppo guidato da De Giacomo; situazioni in cui venivano condivisi screenshot relativi alle scommesse effettuate evidenziano quanto fosse diffusa questa cultura del gioco illecito fra i giovani atleti professionisti italiani.
Inoltre emergono collegamenti con famiglie influenti nel mondo dello sport; secondo alcune testimonianze raccolte durante l’inchiesta vi sarebbero rapporti diretti fra Fagioli ed esponenti notabili del calcio italiano, complicando ulteriormente lo scenario attuale intorno alla vicenda delle scommesse clandestine.