Un recente studio condotto dall’Istituto di ricerca Piepoli rivela che, sebbene molti italiani abbiano una buona comprensione dei sintomi e delle caratteristiche del tumore al rene, mostreranno una notevole confusione riguardo alle pratiche da seguire in caso di diagnosi. L’indagine, effettuata su un campione di 1.000 persone, è stata presentata a Roma, durante la campagna “Fianco a fianco. Uniti contro il carcinoma renale“, organizzata da Msd con il supporto della Società italiana di urologia e dell’associazione di pazienti Anture.
La diffusione del carcinoma renale in Italia
Ogni anno, circa 13.000 nuovi casi di carcinoma renale vengono diagnosticati nel paese, interessando quasi 155.000 individui che convivono con la malattia. Questa patologia, negli ultimi anni, ha visto l’emergere di innovative opzioni per la diagnosi e il trattamento. Tuttavia, è fondamentale che i pazienti si rivolgano agli specialisti giusti e seguano un percorso clinico adeguato. L’indagine ha messo in luce una preoccupante mancanza di consapevolezza in questo ambito. Il 92% dei partecipanti non conosce alcun centro di eccellenza dedicato alla cura del tumore renale. Inoltre, quasi la metà ha erroneamente identificato il nefrologo come figura di riferimento, ignorando il ruolo cruciale di urologi e oncologi nel trattamento di questa malattia.
Giuseppe Carrieri, presidente della Siu, ha sottolineato che la valutazione del paziente deve necessariamente avvenire in centri specializzati, dove professionisti di diverse discipline lavorano insieme, garantendo un approccio integrato e multifunzionale. In questo contesto, il “Bollino arancione” rappresenta un importante riconoscimento per i centri che si attestano come riferimento per trattamenti e interventi all’avanguardia.
La conoscenza dei sintomi e i fattori di rischio
Sebbene molti italiani riconoscano il tumore al rene e ne comprendano i sintomi, gran parte delle informazioni deriva da fonti inaffidabili come la televisione e il passaparola. Solo un terzo degli intervistati ha menzionato correttamente i fattori di rischio legati all’alimentazione e al fumo, fondamentali per la prevenzione della malattia. Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli, ha evidenziato che le lacune nella conoscenza emergono in modo particolare quando si tratta di comprendere il giusto percorso diagnostico, evidenziando l’importanza di campagne di sensibilizzazione.
Diversi esperti, tra cui Andrea Minervini dell’Università di Firenze, hanno ribadito l’importanza della chirurgia nel trattamento del tumore renale. Circa il 46% degli intervistati ha identificato la chirurgia come una cura, mentre il 33% ha citato la chirurgia robotica, pur non comprendendo ancora appieno i benefici di questa tecnica avanzata.
Terapie e innovazioni in oncologia
La confusione nei cittadini italiani si riflette anche nella comprensione delle terapie. Il 55% degli intervistati ha associato il trattamento del tumore esclusivamente alla chemioterapia e radioterapia, trascurando terapie più moderne come quelle farmacologiche. Roberto Iacovelli, oncologo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha evidenziato che, per i tumori renali metastatici, le terapie tradizionali possono risultare poco efficaci. Oggi, i medici favoriscono approcci come l’immunoterapia, dimostrandosi più efficaci nel trattamento della malattia avanzata.
Si stima che il 42% degli italiani intervistati denuncia una carenza di discussione pubblica sul carcinoma renale, dimostrando il desiderio di una maggiore informazione e campagne di sensibilizzazione. Tonia Cinquegrana, presidente di Anture, ha espresso l’importanza di informare correttamente pazienti e caregiver sui percorsi diagnostici e terapeutici.
Campagna ‘Fianco a fianco’: sensibilizzazione e informazione
Lanciata nel 2023, la campagna “Fianco a fianco” mira ad aumentare la consapevolezza riguardo il carcinoma renale attraverso comunicazioni mirate sui social media e un sito web dedicato che offre informazioni dettagliate. Nicoletta Luppi, presidente di Msd Italia, ha esposto l’importanza della corretta informazione come uno dei pilastri dell’approccio integrato in oncologia. Quest’iniziativa si propone di superare le attuali lacune informative, contribuendo a un domani migliore per pazienti e famiglie.
Questo studio rimarca l’urgenza di un’informazione più precisa e di una maggiore educazione sulla malattia, per garantire che i pazienti possano affrontare un percorso di cura informato e responsabile.