L’Ufficio di Polizia di Frontiera Marittima di Civitavecchia, sotto la guida del Vice Questore Giorgia Iafrate, ha confermato di aver avviato un’investigazione approfondita per individuare un’attività fraudolenta circoscritta a un gruppo di cittadini tunisini. Questi ultimi avrebbero percepito indebitamente somme elevate di denaro pubblico attraverso l’utilizzo di sussidi e prestazioni sociali offerte dallo Stato, alterando la loro situazione economica ufficiale.
I sussidi statali: utilità e normative
In Italia, i cittadini che versano in condizioni economiche difficili possono richiedere diversi tipi di aiuti economici. Questi includono, per esempio, il cosiddetto assegno unico, l’assegno per il nucleo familiare e voucher per il sostegno all’istruzione. Queste forme di assistenza sono pensate per fornire un aiuto concreto ai nuclei più svantaggiati, permettendo loro di accedere a risorse finanziarie che possono alleggerire i costi della vita quotidiana.
Per ricevere tali prestazioni, i richiedenti devono presentare specifici documenti che attestino la loro situazione economica e la composizione del nucleo familiare, inclusa la residenza sul territorio nazionale. La validità delle domande si basa sulla realtà delle condizioni dichiarate. Tuttavia, nel caso in esame, le indagini hanno rivelato che i richiedenti avevano dichiarato il falso per ottenere benefici.
Dettagli sull’operazione di polizia
L’indagine ha avuto inizio nell’ambito delle normali funzioni di controllo da parte del personale della Polizia di Frontiera durante le operazioni di imbarco e sbarco di cittadini extracomunitari sulle tratte da e per Tunisi. Attraverso un’attività di monitoraggio continua e scrupolosa, gli agenti sono riusciti a raccogliere evidenze di un comportamento criminale che ha coinvolto un notevole numero di tunisini.
I soggetti coinvolti si sono avvalsi di una strategia ben congegnata: hanno sostenuto di risiedere regolarmente in Italia, ottenendo in questo modo permessi di soggiorno, e successivamente si sono allontanati dal paese, riportando le famiglie in Tunisia. Questo comportamento ha permesso loro di accedere a bonus come l’assegno unico e l’assegno di maternità , tutto mentre le famiglie beneficiarie non vivevano in Italia.
In alcuni casi, è emerso che i minori appartenevano a famiglie che mai avevano avuto contatti con il sistema scolastico italiano, nonostante le registrazioni di iscrizione. Inoltre, le indagini hanno rivelato che i bambini non avevano mai ricevuto sostegno educativo, non frequentando le scuole, pur avendo ricevuto bonus per l’istruzione.
Risultati delle indagini e conseguenze punitive
L’operazione investigativa, che ha coinvolto diverse Procure della Repubblica, ha avuto riscontri significativi. Gli investigatori hanno avviato procedimenti penali nei confronti di nove cittadini tunisini per il reato di frodi ai danni dello Stato, risultati di manipolazioni per un ammontare complessivo di circa 300.000 euro.
Questo non ha soltanto portato all’avvio di pratiche legali, ma ha anche comportato la cancellazione della residenza di questi individui in Italia, oltre alla revoca dei permessi di soggiorno illegittimamente ottenuti. Le autorità competenti hanno avviato anche il recupero delle somme indebitamente percepite, puntualizzando la loro ferma intenzione nel combattere le frodi sociali.
L’impatto dell’operazione sulla societÃ
L’ottimo risultato raggiunto dall’Ufficio Polizia di Frontiera Marittima di Civitavecchia, guidato dal procuratore Alberto Liguori, dimostra l’impegno continuo delle forze dell’ordine nel contrastare attività illecite che minacciano l’integrità del sistema di welfare italiano. Questo tipo di operazioni non solo salvaguardano il benessere delle finanze pubbliche, ma rappresentano un intervento fondamentale per mantenere l’equità e la giustizia sociale per tutti i cittadini.
Ultimo aggiornamento il 24 Dicembre 2024 da Laura Rossi