La Procura di Milano, guidata dal procuratore Marcello Viola, ha avviato un’inchiesta su atti di violenza avvenuti durante una recente manifestazione a sostegno della Palestina. Questa azione segue la comparsa di una scritta minacciosa, “Spara a Giorgia”, su una vetrina di una banca, evidenziando la tensione crescente nelle manifestazioni politiche. Finora l’inchiesta è a carico di ignoti ma coinvolge già diversi individui legati a episodi di vandalismo.
Dettagli sull’evento del 12 aprile
Il 12 aprile 2025, Milano ha visto una partecipazione massiccia alla manifestazione per la Palestina, con circa diecimila persone coinvolte. Tuttavia, all’interno di questo vasto corteo, si sono registrati episodi di vandalismo perpetrati da un gruppo di circa quaranta persone, riconducibili all’area antagonista. Questi individui hanno imbrattato muri, danneggiato vetrine di banche, supermercati e locali commerciali, trasformando una manifestazione pacifica in un evento di violenza e degrado.
La scritta minacciosa contro il premier Giorgia Meloni ha attirato particolare attenzione. Il messaggio, che appare esplicito nel suo intento, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza di figure pubbliche e sulla spirale di violenza che può ingenerare. Le autorità stanno analizzando con attenzione il contesto e le motivazioni dietro a tali azioni.
Le indagini della Digos e le accuse formulate
Le indagini sono state affidate alla Digos, che ha già avviato un’operazione di identificazione dei responsabili. A seguito di un’informativa trasmessa alla Procura, sei giovani sono stati iscritti nel registro degli indagati. Questi ragazzi sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, avendo affrontato le forze dell’ordine durante gli scontri, oltre a danneggiamento e imbrattamento.
In aggiunta, uno degli indagati è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico, un elemento che complica ulteriormente la sua posizione legale. Le accuse di resistenza includono ora una nuova aggravante introdotta dal recente decreto Sicurezza, che prevede pene più severe per atti di violenza contro gli agenti di polizia o i pubblici ufficiali.
Proseguimento delle indagini e ricerca di ulteriori colpevoli
Dopo la formalizzazione delle denunce, il lavoro della Digos prosegue con l’obiettivo di individuare altri membri del gruppo antagonista responsabili di atti simili. Saranno analizzati i filmati e le testimonianze raccolte per identificare i protagonisti degli scontri, nonché altri atti vandalici che potrebbero essere collegati all’ondata di violenza durante la manifestazione.
Un aspetto chiave delle indagini è quello di risalire all’autore della scritta “Spara a Giorgia”. L’indagine rappresenta una sfida complessa, poiché gli investigatori dovranno fare i conti con un contesto di manifestazioni che spesso vedono dinamiche di violenza esacerbata. La Procura ha sottolineato la gravità del reato ipotizzato, che rientra nell’ambito della violenza o minaccia a un corpo politico, con pene che possono arrivare fino a sette anni di reclusione.
Le autorità rimangono vigili nel monitorare la situazione, consapevoli della necessità di garantire la sicurezza pubblica e di prevenire ulteriori episodi di violenza.