indagini sui messaggi offensivi contro Liliana Segre: il gip di Milano ordina di approfondire 86 account social

indagini sui messaggi offensivi contro Liliana Segre: il gip di Milano ordina di approfondire 86 account social

La procura di Milano amplia le indagini sui messaggi d’odio contro Liliana Segre, con il gip Alberto Carboni che ordina accertamenti su 86 account social e coinvolge nuovi indagati nel procedimento.
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La Procura di Milano ha riaperto le indagini su 86 account social sospettati di aver inviato messaggi d'odio e insulti razzisti a Liliana Segre, con nuove accuse e accertamenti in corso per identificare i responsabili. - Gaeta.it

Gli inquirenti di Milano riprendono le indagini sui messaggi d’odio rivolti a Liliana Segre, senatrice a vita e testimone della Shoah. Il gip Alberto Carboni ha deciso di ampliare la ricerca delle responsabilità, ordinando nuovi accertamenti su numerosi profili social sospetti. L’inchiesta riguarda espressioni di diffamazione aggravata dall’odio razziale e discriminazione, con la Procura chiamata a identificare 86 account per fare chiarezza su chi ha inviato quegli insulti.

Decisione del gip di milano e rilancio delle indagini

Il giudice per le indagini preliminari di Milano, Alberto Carboni, ha preso una posizione decisa riguardo al procedimento che vede come vittima Liliana Segre. Dopo una fase iniziale in cui alcune posizioni erano state archiviate, il gip ha ritenuto opportuno spingere la Procura a proseguire con ulteriori verifiche, rispondendo positivamente alla richiesta presentata dalla stessa senatrice tramite il suo avvocato, Vincenzo Saponara.

L’attenzione si è concentrata su 86 account social la cui identificazione è considerata fondamentale per ricostruire la catena degli insulti e stabilire responsabilità precise. L’ordinanza del giudice dimostra la volontà di fare chiarezza su casi che coinvolgono anche la diffusione di messaggi con contenuti razzisti e discriminatori.

A seguito del provvedimento, sono state inserite nel registro degli indagati nove persone finora non coinvolte nel procedimento e altre sette hanno subito l’imputazione coatta. Questa svolta amplia significativamente il quadro investigativo. La Procura, dopo aver valutato alcune posizioni, aveva invece chiesto di archiviare 17 utenti.

Profilo degli insulti e rilevanza delle accuse

Gli insulti oggetto delle indagini non sono normali offese ma configurano una sorta di diffamazione aggravata dall’odio razziale. Gli inquirenti valutano l’impatto dato dalla discriminazione accompagnata da contenuti razzisti, che costituiscono un reato specifico.

In caso di condanna possono scattare sanzioni severe visto che, dal punto di vista giuridico, l’odio razziale è punito con particolare rigore. Gli attacchi rivolti a Liliana Segre infatti non si limitano a offendere la persona, ma colpiscono anche la sua storia e il ruolo istituzionale che ricopre.

Liliana Segre rappresenta un simbolo della memoria e della lotta contro l’antisemitismo, per questo le minacce e i messaggi d’odio a lei diretti assumono un peso maggiore. Le autorità giudiziarie stanno cercando di far emergere tutta la rete degli insulti per bloccare certe condotte e punire i responsabili.

Le esclusioni e la posizione di chef rubio nel procedimento

Tra i soggetti coinvolti nel procedimento emerge una precisazione importante. Il noto chef Rubio era stato inizialmente accusato in relazione ad alcuni messaggi, ma la posizione è stata archiviata definitivamente.

L’archiviazione riguarda specificamente l’accusa a suo carico, che non è stata ritenuta supportata da elementi sufficienti per procedere. Questa fase segna una differenza rispetto ad altri utenti indagati o messi sotto processo coattivamente.

Il caso di chef Rubio sottolinea come le valutazioni giudiziarie si basino su elementi concreti legati a ciascun profilo social. Non tutte le accuse vengono confermate e questo contribuisce a mantenere un quadro corretto e circoscritto degli episodi.

Il ruolo della procura e le prossime mosse

Ora la Procura di Milano deve procedere con l’identificazione dei dati dietro agli 86 account segnalati dal gip. Questa azione servirà a risalire alle persone che hanno scritto o condiviso i messaggi offensivi rivolti a Liliana Segre.

Gli inquirenti svolgeranno accertamenti tecnici approfonditi per stabilire responsabilità e verificare la portata delle violazioni alle norme. I profili tecnici, infatti, sono fondamentali per raccogliere prove utili a sostenere eventuali condanne.

Durante questa fase la Procura tiene in conto non solo i messaggi ma anche il contesto in cui sono stati pubblicati. L’obiettivo è delineare elementi precisi e circoscritti che chiariscano ogni episodio senza lasciare spazi a interpretazioni ambigue.

I sviluppi di questa inchiesta interesseranno la giustizia milanese e potrebbero influire sulla lotta contro i crimini d’odio nel mondo digitale. La vicenda resta aperta e seguirà le procedure previste dalla legge affinché sia fatta piena luce su ciò che è avvenuto.

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