Il caso della morte di Angelito Acob Manansala, 61 anni, scoperto domenica nella villa milanese dove lavorava, resta avvolto nel mistero. L’uomo è stato trovato senza vita dal proprietario di casa al suo rientro dalle vacanze. A Milano, le autorità indagano sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza per ricostruire i momenti che hanno portato al dramma e stabilire la dinamica esatta dell’aggressione.
ritrovamento del cadavere e primo intervento delle forze dell’ordine
L’allarme è scattato domenica pomeriggio, quando il proprietario della villa milanese è tornato a casa dopo un periodo di ferie. Aprendo la porta, ha trovato sul pavimento il corpo senza vita del collaboratore domestico che lavorava nella sua abitazione. La presenza chiara di un estraneo lo ha subito allarmato e ha chiamato il 112. L’intervento rapido delle forze dell’ordine ha permesso di mettere subito sotto controllo la scena del crimine.
Il collaboratore domestico, originario delle Filippine, aveva 61 anni. Il proprietario, colto da un forte sospetto, ha riferito di aver avvertito in casa la presenza di un intruso, circostanza che ha subito segnalato agli agenti intervenuti. La tempestività del proprietario ha dunque evitato potenziali altre conseguenze, tuttora al vaglio degli investigatori.
prime risultanze: morte per strangolamento e dubbio sul movente
Secondo le informazioni raccolte finora, Angelito Manansala sarebbe stato strangolato. Questa indicazione emerge dall’esito preliminare dell’autopsia e dall’ispezione sulla scena del crimine. Però, restano molti aspetti da chiarire, soprattutto riguardo a cosa sia accaduto poco prima. Non è ancora noto come l’autore del reato, identificato come Dawda Bandeh, un uomo di 28 anni di origini gambiane, sia riuscito a entrare nella villa.
Non si conosce inoltre cosa abbia spinto Bandeh, che avrebbe potuto anche cercare di fuggire senza causare il dramma, a scagliarsi contro la vittima. Non è chiaro se ci sia stata una discussione, una lite o un’aggressione premeditata. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con precisione tempi e modalità della contesa. Il movente resta dunque ancora un punto interrogativo.
ruolo delle telecamere e conduzione delle indagini
Le telecamere di videosorveglianza installate nella villa e nei dintorni sono ora al centro delle indagini. La Polizia di Stato sta lavorando all’analisi delle immagini per ottenere dettagli sui movimenti dell’aggressore e sulla sequenza degli eventi. Le registrazioni potrebbero chiarire come il 28enne sia entrato nella casa e cosa abbia fatto subito dopo.
Il coordinamento delle attività investigative è affidato alla Procura di Milano, che segue il caso con attenzione. Gli agenti hanno raccolto testimonianze e dati utili per dare una risposta agli interrogativi ancora aperti. Gli accertamenti si concentrano anche su eventuali contatti tra la vittima e l’aggressore in passato. Il lavoro degli inquirenti procede senza sosta, in attesa che nuove informazioni emergano dall’esame tecnico dei filmati e dalle indagini supplementari.