La tradizionale festa dei gigli di Brusciano, che si è svolta domenica scorsa, è stata segnata da un episodio controverso e allarmante. Durante la manifestazione, un giovane ha esibito uno striscione che inneggiava al partito fascista, suscitando l’indignazione tra i presenti e dando origine a una vivace discussione sui limiti dell’espressione culturale e del rispetto dei valori democratici. Questo accadimento ha sollevato interrogativi sulla gestione e vigilanza di eventi pubblici che celebrano la cultura locale.
Il contesto della festa dei gigli
La festa dei gigli rappresenta una delle tradizioni più significative della cultura popolare di Brusciano, un comune dell’area metropolitana di Napoli. Questa manifestazione, che si svolge annualmente, coinvolge la comunità in un’esuberante celebrazione caratterizzata da processioni, musica e danze, con protagonisti i maestosi gigli, colonne lignee decorate e trasportate a spalla da gruppi di devoti. L’evento è una combinazione di religione e folclore, in onore di Sant’Antonio di Padova, ed è un momento di aggregazione che attrae sia residenti che visitatori.
Tuttavia, sebbene l’inclusione di atti di danza folkloristica e riti sacri caratterizzi la celebrazione, la festa non è immune da polemiche e contestazioni. La manifestazione, infatti, è spesso al centro dell’attenzione mediatica sia per il suo forte legame con la tradizione, sia per le sfide legate alla gestione di momenti che possono infrangere i principi democratici e i diritti umani.
L’incidente e la reazione del pubblico
Durante l'ultima edizione, un episodio ha scatenato un’ondata di proteste tra i partecipanti. Un giovane, in un gesto provocatorio, ha mostrato uno striscione che riportava la scritta "Credere, obbedire, combattere", una frase emblematicamente associata al fascismo e ai suoi ideali. Questo gesto ha immediatamente suscitato la reazione di molti presenti, che si sono sentiti offesi e indignati dall'apologia di un regime che ha segnato la storia italiana con violenza e repressione.
Il disappunto dei cittadini si è tradotto in segnalazioni immediate, con diversi momenti di tensione e abbandono da parte dei partecipanti che hanno considerato inaccettabile la celebrazione di ideologie totalitarie all'interno di una manifestazione che dovrebbe invece promuovere valori di unione e rispetto per il prossimo. Molti cittadini, armati di smartphone, hanno documentato l'accaduto e lo hanno riportato con rapidità al deputato Francesco Emilio Borrelli, esponente di Alleanza Verdi Sinistra.
La posizione del deputato e le implicazioni politiche
Francesco Emilio Borrelli, in seguito all’incidente, ha rilasciato una serie di dichiarazioni forti e incisive. Ha sottolineato la gravità di quanto accaduto, evidenziando come il messaggio e i simboli utilizzati non facciano altro che alimentare un clima di intolleranza e disprezzo per i valori democratici fondamentali. Il deputato ha stigmatizzato il silenzio e l'inazione degli organizzatori della manifestazione, chiedendo una riflessione profonda su quanto accaduto.
Borrelli ha affermato che si tratta di un imperativo categorico dell’ideologia fascista, un’etica strumentale che incoraggia il disprezzo per la democrazia rappresentativa e la libertà di pensiero. Ha descritto l’episodio come “assurdo” e ha messo in allerta l’opinione pubblica riguardo alla necessità di una vigilanza costante nei confronti delle manifestazioni pubbliche, affinché non diventino palcoscenici per l’apologia di regimi che hanno portato a sofferenza e sangue nella storia.
La questione ha aperto un ampio dibattito sull'opportunità di stabilire regole più severe per la gestione di eventi pubblici, volta a garantire il rispetto delle libertà civili e dei valori democratici, affinché situazioni simili non possano ripetersi in futuro durante eventi di così alta rilevanza culturale e sociale.
