L’uso scorretto delle lenti a contatto può portare a gravi infezioni oculari, come la cheratite da acanthamoeba. Queste condizioni, se non riconosciute e trattate tempestivamente, possono avere conseguenze significative per la visione. Paolo Rama, oculista e professore al Policlinico San Matteo di Pavia, mette in guardia sui segnali da non sottovalutare e sull’importanza della diagnosi precoce durante un recente incontro a Roma.
Segnali iniziali di infezione e necessità di consulto
L’infezione da acanthamoeba spesso inizia in modo silenzioso, senza sintomi specifici. Le persone che indossano lenti a contatto e avvertono anche lievi disturbi oculari dovrebbero considerare di consultare un oculista. Secondo Paolo Rama, è fondamentale intervenire in fase iniziale. Un’infezione trascurata potrebbe evolvere rapidamente, portando a complicazioni più gravi. Gli oculisti devono essere attenti e informare i pazienti sui segnali di allerta.
Per fare una diagnosi precisa in caso di sospetto d’infezione, gli specialisti devono avvalersi di esami specifici, come la microscopia confocale e prelievi per analisi microbiologiche. Questi strumenti permettono di confermare la presenza del parassita e di identificare il trattamento più adeguato. La prontezza nell’adeguarsi alle nuove linee guida nel trattamento è cruciale per evitare che l’infezione si diffonda.
Importanza della diagnosi strumentale
La diagnosi della cheratite da acanthamoeba non può basarsi solo sull’osservazione clinica. Le tecniche diagnostiche strumentali sono essenziali. In particolare, la microscopia confocale in vivo si rivela fondamentale per rivelare la presenza di cisti nella cornea. Questo metodo non invasivo consente un’analisi dettagliata senza il bisogno di interventi chirurgici.
In aggiunta, i prelievi microbiologici rappresentano un passaggio cruciale per confermare l’infezione. Questi esami forniscono indicazioni importanti sulla natura del patogeno e sull’eventuale resistenza ai farmaci. La collaborazione tra oculisti e microbiologi è fondamentale per garantire diagnosi e trattamenti tempestivi, riducendo il rischio di complicazioni.
Trattamenti e approvazioni regolatorie
Il trattamento per l’infezione da acanthamoeba si concentra sull’uso di due antisettici principali: la clorexidina e il polihexanide , formulato a una concentrazione dello 0.08%. Entrambi i farmaci hanno dimostrato di essere efficaci, specialmente se utilizzati nelle fasi iniziali dell’infezione. L’approvazione da parte dell’Agenzia europea dei medicinali per il Phmb rappresenta un passo importante nell’ambito della terapia.
Ora si attende l’approvazione da parte dell’Agenzia italiana del farmaco per rendere disponibile questo trattamento ai pazienti italiani. La speranza di Rama e degli altri esperti è che il trattamento arrivi sul mercato il prima possibile, fornendo ai medici uno strumento in più per contrastare efficacemente questa rara, ma potenzialmente devastante, infezione oculare.
La sensibilizzazione sull’argomento dell’infezione da acanthamoeba è vitale per proteggere la salute degli occhi di chi utilizza lenti a contatto, evidenziando l’importanza di prestare attenzione ai primi segnali e di adottare immediatamente misure adeguate.