L’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel mondo degli ultras a San Siro si complica ulteriormente, aggiungendo un elemento inquietante alla già complessa situazione: l’omicidio di Fausto Borgiolo, avvenuto trentadue anni fa. Questo nuovo sviluppo, legato alle indagini sul tifo organizzato, evidenzia come i clan mafiosi, in particolare quelli della ‘ndrangheta, abbiano cercato di infiltrarsi non solo nei gruppi di tifosi dell’Inter, ma anche in affari illeciti legati alla gestione dello stadio e ai suoi dintorni.
Le indagini sulla criminalità organizzata
Le indagini condotte dalla Procura di Milano rivelano un quadro allarmante della penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto del tifo calcistico. Tra gli obiettivi dei clan c’era la gestione dei parcheggi nell’area di San Siro, un business strategico, soprattutto in vista dei progetti di sviluppo immobiliare per il nuovo stadio di Milano. A tale scopo, l’arresto di Giuseppe Caminiti, sospettato di avere legami con i clan mafiosi, segna una tappa cruciale. Caminiti, insieme all’imprenditore Zaccagni, era coinvolto nella gestione dei parcheggi e ha recentemente ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare legata non solo alla sua attività attuale ma anche al delitto di Borgioli.
Fausto Borgioli, noto come luogotenente dell’ex boss della mala milanese, Turatello, è stato assassinato nel 1992 in un agguato che ha scosso la Milano dell’epoca. L’omicidio, inizialmente difficile da risolvere, sta ora riemergendo grazie alle recenti indagini sugli ultras. Le autorità hanno potuto raccogliere nuovi elementi che incriminano Caminiti, dimostrando la sua connessione con l’omicidio di Borgioli. Questo sviluppo non solo getta nuova luce su un caso irrisolto da decenni, ma sottolinea anche i legami fra sport, affari e criminalità organizzata che continuano a esistere oggi.
Gli affari illeciti nell’ambito sportivo
Le indagini non si fermano ai soli presunti killer; la Procura di Milano sta anche esaminando il ruolo dell’Inter nel fomentare l’atmosfera che ha permesso a un gruppo di protagonisti malavitosi di prosperare sotto la copertura del tifo calcistico. Marco Ferdico, uno dei capi ultras, arrestato recentemente, ha rappresentato una figura centrale in questo contesto, esercitando forti pressioni sulla società per ottenere biglietti. Secondo gli inquirenti, la società avrebbe finanziato, anche indirettamente, le attività illecite degli ultras attraverso la vendita di biglietti.
Le autorità sottolineano che questa situazione riflette un problema organizzativo interno all’FC Internazionale. La mancanza di misure adeguate per contrastare la criminalità all’interno del club ha creato un terreno fertile per infiltrazioni mafiose. Il fenomeno non riguarda solo l’Inter, ma coinvolge anche altre società calcistiche, come il Milan, nel mirino delle indagini. Le relazioni fra calcio e malaffare si dimostrano complesse, con la possibilità che i concerti per preservare un’immagine pulita del club non siano sufficienti a nascondere le realtà più oscure.
Le implicazioni per il calcio e la societÃ
Le rivelazioni emerse dalle indagini pongono interrogativi seri su come il tifo ultras e i gruppi organizzati siano interconnessi con la criminalità . Chiaro è il messaggio che le autorità intendono lanciare: la gestione del tifo non può essere disgiunta da una rigorosa sorveglianza degli affari connessi. La Pubblica Accusa ha evidenziato che il problema non può essere ridotto a singole personalità deviate, ma è parte di un sistema più ampio che necessita di essere radicalmente riformato.
Le società calcistiche, spesso considerate come simboli di unione e integrazione sociale, devono affrontare la dura realtà delle infiltrazioni mafiose. La presenza di elementi criminali all’interno delle tifoserie non solo mina la credibilità delle organizzazioni sportive ma mette a rischio anche la sicurezza dei tifosi e degli appassionati. Effetti collaterali di questo fenomeno possono manifestarsi sotto forma di violenza negli stadi e atti illeciti che si riversano sui territori circostanti.
L’evoluzione delle indagini potrebbe costituire un punto di svolta non solo per l’Inter ma anche per l’intero sistema calcistico italiano, evidenziando la necessità di un intervento strutturale capace di affrontare e prevenire le infiltrazioni mafiose nel calcio.