Un importante passo avanti per la salute dei neonati è stato compiuto grazie a un nuovo pastorizzatore progettato per migliorare la qualità del latte umano. Questo dispositivo, realizzato dai ricercatori della Città della Salute di Torino in sinergia con il CNR, rappresenta un’innovazione significativa per la nutrizione nei reparti neonatali, specialmente per i bambini fragili ricoverati in terapia intensiva.
L’importanza del latte umano nelle terapie neonatali
Il latte materno offre un apporto nutrizionale unico per i neonati, fornendo non solo energia ma anche fattori immunologici essenziali per lo sviluppo sano del bambino. Quando il latte della madre non è disponibile, il latte donato da altre mamme diventa una risorsa preziosa per i neonati in difficoltà. Fino ad oggi, questo latte veniva pastorizzato utilizzando il metodo Holder , un approccio che purtroppo comprometteva le proprietà nutritive del latte e riduceva la sua capacità di fornire difese immunitarie necessarie ai bimbi più vulnerabili.
La necessità di un sistema di pastorizzazione più delicato si fa sentire, considerando che il latte fresco è noto per preservare meglio le qualità nutritive e immunologiche. Questo dispositivo innovativo mira a preservare la qualità del latte, mantenendo intatte le sue caratteristiche nutrizionali vitali.
Il nuovo pastorizzatore Lo.V.Milk: tecnologia e funzionalità
Il pastorizzatore ideato e brevettato dai ricercatori torinesi è il Low Volumes Milk Pasteurizer , una tecnologia basata sul metodo High Temperature Short Time , che prevede il riscaldamento del latte a 72°C per soli 15 secondi. Questo approccio rappresenta un significativo miglioramento rispetto ai metodi tradizionali, poiché garantisce una maggiore sicurezza microbiologica affiancata a una preservazione ottimale delle sostanze nutritive.
Questa nuova tecnologia sarà operativa dal mese di gennaio presso la Banca del Latte dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Sarà utilizzata non solo per i neonati dell’ospedale Sant’Anna ma anche per quelli ricoverati nel dipartimento di Patologia e Cura del Bambino, sotto la direzione della dottoressa Franca Fagioli. L’integrazione di questo pastorizzatore rappresenta un’importante innovazione per l’ospedale, consentendo una migliore gestione delle risorse alimentari per i neonati più fragili.
Collaborazioni e ricerche alla base dell’innovazione
La nascita del pastorizzatore per i piccoli volumi di latte è frutto di un lavoro di squadra che unisce esperti del settore. Neonatologi come Alessandra Coscia ed Enrico Bertino, insieme a ricercatori del CNR, tra cui Laura Cavallarin e Marzia Giribaldi, hanno collaborato per sviluppare un dispositivo che potesse finalmente rispondere alle esigenze specifiche della terapia intensiva neonatale.
Questo progetto ha ricevuto anche il supporto di diverse associazioni, tra cui l’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato e la Fondazione Venesio. Il loro contributo ha stato fondamentale per rendere possibile questo progresso, evidenziando l’importanza di collaborazioni interdisciplinari nel settore della salute.
La presentazione di questo innovativo pastorizzatore durante un congresso europeo a Madrid ha suscitato un notevole interesse, riconoscendo Torino come un centro all’avanguardia nella ricerca e nell’applicazione della scienza al servizio del benessere dei più piccoli.
Queste nuove tecnologie, unitamente a un’attenzione crescente verso la salute neonatale, pongono le basi per un futuro in cui ogni neonati possa ricevere il latte migliore per il proprio sviluppo e crescita.
Ultimo aggiornamento il 15 Dicembre 2024 da Sofia Greco