Il panorama del turismo è caratterizzato da continue evoluzioni, in particolare nel settore del destination management. I professionisti del settore, spesso definiti “destination manager”, si trovano a dover adattare le proprie strategie a un contesto che vede sempre più interagire le startup innovative e il tradizionale approccio delle Destination Management Organization . Comprendere come questi due mondi possano integrarsi è cruciale per la crescita e l’efficacia delle iniziative turistiche.
Il valore dell’esperienza: il percorso di un destination manager
Essere parte dell’Associazione startup turismo ha permesso di vivere esperienze uniche nel mondo del destination management. Collaborazioni con startup come Bizzeffe, che rappresenta la prima rete italiana di DMC , e Freedoo, specializzata nello shopping tourism, hanno fornito opportunità di apprendimento e crescita nel settore. Queste entità non sono solo un ricordo del passato, ma rappresentano una fondamentale componente del bagaglio professionale che un destination manager deve mantenere vivo e rinnovato.
La differenza tra il mondo delle startup e quello delle DMO è sostanziale. Le startup devono continuamente innovare per eccellere e sopravvivere all’interno di un mercato competitivo, mentre le DMO, supportate da finanziamenti pubblici, godono di una maggiore stabilità e meno pressione. Questo divario porta a riflessioni importanti su come le DMO possano trarre insegnamenti dall’approccio imprenditoriale delle startup, esaminando applicazioni pratiche e metodologie nuove per migliorare la propria efficacia e flessibilità .
Differenze strutturali: startup vs. dmo
Le startup turistiche e le DMO operano secondo principi diversi. Mentre le startup sono focalizzate sui risultati, pronte a testare nuovi modelli e ad accettare il fallimento come parte del processo, le DMO si muovono nell’interesse collettivo con vincoli istituzionali che possono limitarne l’agilità . Nonostante ciò, è evidente che le DMO hanno molto da guadagnare adottando una mentalità imprenditoriale.
L’introduzione di maggiore trasparenza, l’adozione di metriche chiare per valutare il successo e la promozione di nuovi modelli di finanziamento sono solo alcuni degli elementi che potrebbero radicalmente cambiare il funzionamento delle DMO. Ad esempio, le DMO potrebbero beneficiare dall’integrazione di progetti a reddito e partnership pubblico-private. La flessibilità operativa è un elemento chiave; l’implementazione di progetti pilota e laboratori interni potrebbe diventare cruciale per affrontare le sfide attuali, come la sostenibilità e la gestione dell’over-tourism.
La sfida della sostenibilità e l’attrazione dei visitatori
In un mercato turistico globale sempre più competitivo, la pressione per attrarre visitatori è palpabile. Qui, un approccio innovativo, come quello adottato dalle startup, può fare una reale differenza per le DMO. Abbracciare la possibilità di sperimentare e di avanzare proposte audaci diventa una necessità , non solo una scelta strategica. In questo contesto, il ruolo del destination manager si sposta verso una figura proattiva che deve essere pronta ad abbracciare il cambiamento e a stimolare l’innovazione.
In sintesi, il potere di trasformazione del destination management dipende dalla capacità di integrare approcci sperimentali e collaborativi, affinché le DMO possano trasformarsi in reali motori di innovazione per le destinazioni che rappresentano. Ascoltare e imparare dalle startup non è solo un’opportunità , ma una necessità per affrontare le sfide future.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Laura Rossi