Una recente ricerca condotta dall’Università Ca’ Foscari di Venezia ha fatto luce su antiche tecniche di produzione della ceramica, utilizzando strumenti innovativi come la micro-tomografia computerizzata a raggi X . Lo studio, descritto nel Journal of Archaeological Science, offre un’analisi approfondita delle ceramiche cretesi risalenti alla Media Età del Bronzo, oltre 4000 anni fa, spingendo ulteriormente le frontiere della conoscenza archeologica.
L’approccio innovativo della microCT
Un metodo rivoluzionario per l’analisi ceramica
L’analisi tradizionale della ceramica, spesso incentrata su studi macroscopici, ha mostrato limitazioni nel rivelare processi produttivi complessi. Fondamentale è stata l’introduzione della microCT, una tecnica di imaging 3D non invasiva, originariamente sviluppata per applicazioni mediche, che permette una visione dettagliata delle strutture interne dei manufatti. Questa metodologia consente non solo di osservare i dettagli del vaso stesso, ma anche di quantificare le componenti ceramiche, inclusi frammenti di minerali e eventuali vuoti nel materiale.
La capacità di esplorare modelli e caratteristiche interne delle ceramiche rende la microCT un utile alleato per ricostruire le tecniche di lavorazione, superando l’approccio visivo della tradizionale analisi macroscopica. Questo non solo amplia la comprensione delle pratiche artigianali antiche, ma crea anche un ponte tra metodi storici e tecnologie moderne, promuovendo un’analisi più completa degli oggetti archeologici.
Studio delle ceramiche minoiche presso il laboratorio di Trieste
Collaborazioni e materiali storici
Il team di ricerca ha applicato la microCT a ceramiche repliche, ispirate a coppette minoiche provenienti da Festòs, un sito cruciale in Creta meridionale. Collaborando con il ceramista Vassilis Politakis, il gruppo di lavoro ha creato repliche seguendo metodi storici e materiali autentici. Le argille utilizzate per la realizzazione dei vasi riproducono caratteristiche delle materie prime che erano disponibili nell’antica Creta, garantendo un confronto stretto con le tecniche originali.
Il laboratorio multidisciplinare del Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam di Trieste ha fornito le risorse necessarie per l’analisi delle repliche. La precisione dell’approccio sperimentale ha consentito di ottenere risultati che ampliano la comprensione delle ceramiche minoiche e delle tecniche utilizzate nelle loro produzioni.
Risultati e scoperte chiave dell’analisi ceramica
Implicazioni sulla comprensione delle tecniche di lavorazione
I risultati ottenuti dalla ricerca hanno rivelato importanti discontinuità nell’impasto ceramico, che riflettono i metodi utilizzati nel costruire i recipienti. Sono emerse differenze significative nello spessore e nelle strutture delle coppe realizzate con la tecnica “a colombino”, dove anelli di argilla sono sovrapposti per formare il corpo del vaso. Queste differenze producono forme e finiture uniche, visibili attraverso l’analisi microCT.
Inoltre, l’integrazione della microCT ha rivelato modelli intricati di orientamento dei vuoti all’interno dei materiali, aiutando così a distinguere tra ceramiche prodotte esclusivamente al tornio e quelle che utilizzavano tecniche manuali. Queste osservazioni non solo forniscono indizi sulle pratiche quotidiane dell’antica società cretese, ma offrono anche nuove prospettive sullo sviluppo delle tecniche di lavorazione della ceramica nel Mediterraneo.
Un futuro promettente per la ricerca archeologica
L’importanza della sinergia tra metodi tradizionali e digitali
La ricerca dell’Università Ca’ Foscari segna un passo avanti significativo nello studio delle ceramiche antiche e nel miglioramento della comprensione delle tecniche di produzione. Il mix di metodi tradizionali e innovativi, come la microCT, apre la strada a ulteriori studi, dimostrando quanto sia cruciale adottare approcci multidisciplinari nella ricerca archeologica.
Le implicazioni di queste scoperte non si limitano solo alla ceramica minoica, ma offrono un modello potenzialmente applicabile a vari campi dell’archeologia, suggerendo che la combinazione di tecniche moderne e tradizionali può rivelarsi fondamentale per approfondire la nostra conoscenza del passato.