Un’inchiesta è stata avviata dalla procura di Genova a seguito di gravissimi episodi di inquinamento ambientale. Il pubblico ministero Andrea Ranalli ha aperto un fascicolo contro ignoti dopo che, al largo di Quinto, sono stati segnalati sversamenti di liquami che hanno messo in discussione la sicurezza della zona. Diversi enti, tra cui la capitaneria di porto e l’Arpal, sono coinvolti nelle indagini per chiarire la natura di questi scarichi e la responsabilità degli stessi.
diagnosi del guasto: flusso anomalo e impatti sul depuratore
Cause del malfunzionamento
Il 27 luglio scorso un flusso anomalo di liquidi, descritto come una fanghiglia, è stato registrato a monte del depuratore di Quinto, dipingendo un quadro allarmante della situazione ambientale. Questo fenomeno ha provocato il malfunzionamento della struttura, costringendo gli operatori a mettere in atto procedure di emergenza. La prima interruzione del servizio depurativo si è verificata sabato scorso, quando il sistema era già in funzione con un bypass parziale, un dispositivo pensato per affrontare situazioni di emergenza.
Nuove anomalie e attivazione di misure straordinarie
Il depuratore ha subito un ulteriore blocco giovedì, quando una nuova incidenza di flussi anomali ha costretto il personale a eseguire una chiusura totale. Le misure di emergenza includono l’attivazione di una condotta più breve, che si estende per circa 200 metri dalla costa, in un tentativo di gestire la situazione. In questo contesto, l’attenzione degli inquirenti si concentra sull’efficacia e la tempestività delle manutenzioni e delle procedure adottate in risposta a questi eventi inaspettati. È cruciale, infatti, determinare se siano state seguite correttamente le normative e le guideline in materia di sicurezza ambientale.
indagini dell’autorità: coinvolgimento della capitaneria e dell’arpal
Collaborazione tra enti
La procura di Genova ha richiesto la collaborazione di vari enti, tra cui il nucleo ambientale dei carabinieri e l’Arpal, per portare avanti un’attenta analisi dei fatti. Questa sinergia di forze consente un’approfondita investigazione, volta a identificare le fonti dello sversamento e la composizione dei liquami che hanno causato il disguido. La presenza di sostanze non autorizzate nelle acque di un depuratore rappresenta una grave violazione delle normative ambientali, e gli inquirenti si impegnano a scoprire chi sia responsabile di tali atti.
Monitoraggio e verifiche
In seguito alle segnalazioni, Iren si è mossa prontamente, comunicando il termine delle estese verifiche sulle condutture poste a mare, effettuate da Ireti con l’ausilio di una squadra di sommozzatori. Questa iniziativa è stata intrapresa in risposta a un avviso da parte della Polizia Municipale Reparto Ambientale riguardo alla presenza di una macchia di fluidi, suscettibile di ulteriori danni all’ambiente circostante. L’efficacia delle indagini e dei controlli periodici delle strutture di depurazione sarà cruciale per prevenire situazioni simili in futuro e garantire la salute pubblica e della fauna locale.
La collaborazione interistituzionale è dunque essenziale per affrontare e risolvere una questione che solleva preoccupazioni non solo per la salute ambientale ma anche per la sicurezza degli abitanti della zona. Gli sviluppi futuri dell’indagine rivestiranno un’importanza fondamentale.