Nella serata di ieri, un incontro significativo si è tenuto presso la Camera di Commercio Venezia Giulia, centrato sulla “Carta di Trieste per l’Intelligenza artificiale”. L’evento ha messo in luce il tema dell’intelligenza artificiale applicata alla sanità, evidenziando sia il potenziale tecnologico di quest’area che le preoccupazioni etiche ad essa connesse. La discussione ha sottolineato l’importanza di un approccio equilibrato che metta in primo piano la relazione umana senza trascurare i progressi tecnologici.
Il ruolo della Camera di commercio Venezia Giulia
Il vice presidente della Camera di commercio Venezia Giulia, Massimiliano Ciarrocchi, ha aperto la serata, evidenziando il ruolo pionieristico dell’ente nel sostegno all’innovazione. Ciarrocchi ha sottolineato come l’istituzione abbia da sempre promosso iniziative legate alla tecnologia, con particolare attenzione all’IA, un tema di attualità fondamentale in un’epoca di rapidi cambiamenti digitali. La Camera di commercio ha quindi svolto un ruolo cruciale nel favorire il dialogo tra esperti, professionisti e la comunità locale, permettendo uno scambio di idee diretto e fruttuoso.
L’incontro ha messo in risalto le applicazioni dell’intelligenza artificiale nella sanità, sottolineando i benefici che tali tecnologie possono portare nella diagnosi e nel trattamento dei pazienti. La discussione ha esaminato vari aspetti dell’interazione tra tecnologia e medicina, evidenziando la necessità di un utilizzo consapevole e responsabile delle innovazioni tecnologiche in un contesto così delicato.
L’importanza del contatto umano nella medicina
Durante la serata, la pediatra Laura Travan dell’ospedale Burlo-Garofolo di Trieste ha condiviso la sua visione sull’essenza della medicina. Secondo Travan, il rapporto tra medico e paziente non può essere ridotto a semplici algoritmi e calcoli. Ha affermato l’importanza del contatto umano e della relazione emotiva nella cura, elementi che la tecnologia non può replicare. Studi recenti confermano che la dimensione relazionale gioca un ruolo fondamentale nel processo di guarigione.
La dottoressa ha anche assicurato che in Italia, la sicurezza dei dati è presa molto seriamente. Le norme vigenti in materia di protezione dei dati sono rigorose e mirano a garantire che l’uso dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario non comprometta la privacy dei pazienti. La posta in gioco è alta e, pertanto, la massima attenzione è fondamentale per utilizzare la tecnologia nel rispetto delle normative vigenti.
L’intelligenza artificiale come dispositivo medico
Diego Bravar, presidente di Biovalley Investment Partner, ha offerto una prospettiva molto pragmatica sull’IA in sanità, descrivendola come un “dispositivo medico” piuttosto che un’entità temuta. Secondo Bravar, la tecnologia deve essere vista come un alleato, in grado di supportare i professionisti della salute piuttosto che sostituirli. Ha sottolineato che l’algoritmo, alla fine, è solo un insieme di calcoli e non deve sollevare preoccupazioni eccessive. Ha invitato a focalizzarsi sui cambiamenti positivi che possono derivare dall’integrazione dell’IA nella pratica medica.
Tuttavia, Bravar ha riconosciuto la necessità di un utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale. È cruciale che questa tecnologia rimanga sotto il controllo umano e che non si perda mai di vista l’importanza della dimensione umana nell’approccio alla salute. La battaglia principale rimane quella di mantenere un equilibrio tra innovazione e umanità nei processi di cura.
L’umanizzazione dell’assistenza sanitaria
Don Ettore Malnati, teologo e uno dei promotori della Carta di Trieste per l’intelligenza artificiale, ha messo in luce l’importanza della vigilanza umana nell’utilizzo di queste tecnologie avanzate. Ha segnalato che, nonostante i vantaggi indubbi dell’IA, il suo utilizzo deve sempre avvenire sotto la supervisione antropocentrica. Il rischio di affidare il processo decisionale a macchine è qualcosa da evitare, in quanto la dimensione umana deve rimanere predominante nella sanità.
Malnati ha anche toccato il tema della solidarietà in un mondo sempre più individualista, osservando come il progresso tecnologico possa a volte allontanare le persone. In questo contesto, ha esemplificato il ruolo della religione, che non si oppone alla scienza, ma promuove la prudenza. Il dialogo tra fede e scienza potrebbe rivelarsi un approccio utile nel delicato ambito dell’intelligenza artificiale e della salute, dove la componente etica gioca un ruolo fondamentale.
La serata ha gettato le basi per una riflessione approfondita sul futuro dell’intelligenza artificiale in sanità, incoraggiando un approccio che non teme il cambiamento, ma che lo integra in una visione umanista e solidale.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Elisabetta Cina