La situazione nella regione orientale di Donetsk si sta facendo sempre più drammatica, con centinaia di residenti costretti a fuggire per sfuggire ai bombardamenti russi. Nel contesto della crescente tensione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rinnovato la richiesta di un incremento dei supporti per potenziare le difese aeree del paese, sottolineando la gravità della situazione.
Bombardamenti russi a Kostiantynivka
Una tragica giornata per Kostiantynivka
Il conflitto nella regione orientale prosegue con violenza, e il recente attacco a Kostiantynivka ha causato la morte di una donna di 43 anni. Le autorità locali hanno confermato che i bombardamenti sulla città sono stati effettuati con artiglieria a cannone, lasciando dietro di sé distruzione e paura. Un residente, Oleksandr, ha raccontato la terribile esperienza di vivere in una zona sotto attacco, evidenziando le complicazioni quotidiane in un contesto di costante pericolo. “Le nostre finestre sono state spazzate via, l’appartamento è stato ridotto in macerie. Abbiamo subito tre attacchi,” ha dichiarato.
La popolazione di Kostiantynivka sta vivendo un incubo, con gli attacchi che continuano a ripetersi e a colpire indiscriminatamente. Gli effetti di questi bombardamenti non si limitano solo a perdite umane, ma si riflettono anche nella vita quotidiana dei cittadini, che assistono impotenti alla devastazione delle loro case.
L’evacuazione di Pokrovsk
Un esodo forzato sotto attacco
Con le forze russe che intensificano i loro attacchi, centinaia di residenti della regione di Donetsk hanno intrapreso la fuga verso mete più sicure, come Kropyvnytskyi e Leopoli. Questo esodo è stato facilitato attraverso apposite linee di treni organizzati per l’evacuazione. Le autorità locali, preoccupate per la crescente violenza, hanno emesso ordini di evacuazione obbligatoria, esortando soprattutto le famiglie con bambini a lasciare la zona.
Nonostante l’urgenza della situazione, non tutti sono disposti a lasciare le proprie abitazioni. Alcuni residenti nutrono il legame con la loro terra e sono riluttanti a partire, rendendo la situazione ancora più complessa. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, dal primo agosto, si stima che circa 83mila persone siano state costrette a lasciare le loro case nella regione di Donetsk a causa dell’intensificarsi delle ostilità.
Pokrovsk, un punto strategico per Mosca, è già da tempo oggetto di offensive e continua a ricevere pressioni militari. Le autorità ucraine, nel tentativo di liberare risorse e truppe russe, hanno persino effettuato incursioni in altri territori, come nel caso della missione nella regione russa di Kursk lo scorso agosto.
Attacchi a Odessa: danni e interventi
Notte di terrore per gli abitanti di Odessa
Non solo Donetsk, ma anche l’oblast meridionale di Odessa è stata segnata da attacchi russi, questa volta condotti con droni Shahed di produzione iraniana. Durante la notte, diversi edifici sono stati colpiti e danneggiati gravemente, tra cui abitazioni private e strutture commerciali. Almeno venti case e un edificio commerciale hanno subito danni significativi, mentre i residenti hanno dovuto affrontare l’angoscia di un attacco improvviso.
Iryna Unhurianu, una delle abitanti colpite, ha condiviso la propria esperienza, descrivendo la paura e il caos che ha regnato quando è tornata a casa. “Non eravamo in casa in quel momento. Siamo arrivati, la polizia e l’ambulanza erano già qui, c’era un incendio, i vicini lo stavano spegnendo,” ha ricordato. Fortunatamente, non si sono registrate vittime a causa dei bombardamenti, sebbene un uomo di 74 anni abbia subito lievi ferite. Le forze di difesa aerea ucraine hanno dichiarato di aver abbattuto 16 droni russi durante l’attacco.
Il presidente Zelensky ha postato su Telegram, evidenziando l’imponente operazione russa durante la notte, con oltre 70 droni Kamikaze attivati. Ha ribadito l’importanza di potenziare la difesa aerea, ripetendo la necessità di ulteriore assistenza per tutelare la vita dei cittadini ucraini. La guerra non fa che acuire il bisogno di protezione in un contesto già segnato da incertezze e timori, mentre il conflitto si aggrava e si espande a nuove aree.