Interrogatorio di garanzia per Franco Alfieri: coinvolgimento in presunto scambio elettorale mafioso

Interrogatorio di garanzia per Franco Alfieri: coinvolgimento in presunto scambio elettorale mafioso

Franco Alfieri, ex presidente della Provincia di Salerno, e altri nove arrestati saranno interrogati per un presunto scambio elettorale con legami mafiosi durante le elezioni del 2019.
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Interrogatorio di garanzia per Franco Alfieri: coinvolgimento in presunto scambio elettorale mafioso - Gaeta.it

Martedì 1 aprile 2025 segna una giornata chiave per Franco Alfieri, ex presidente della Provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio. Dopo l’arresto avvenuto ieri, insieme ad altre nove persone, l’ex politico sarà sottoposto a interrogatorio di garanzia. L’operazione è scaturita da un’inchiesta riguardante un presunto scambio elettorale di stampo politico-mafioso, che si sarebbe verificato durante le elezioni amministrative del 2019. Anche Mariarosaria Picariello, assessore dimissionaria alle Politiche sociali nel comune di Capaccio, parteciperà all’interrogatorio, evidenziando il coinvolgimento di funzionari locali nell’inchiesta.

Le indagini e i legami con la criminalità organizzata

Le indagini, condotte nel corso di circa due anni, hanno messo in evidenza i legami tra Alfieri e Roberto Squecco, imprenditore già condannato per associazione per delinquere di tipo mafioso. Squecco è ritenuto un membro attivo del clan Marandino, operante a Capaccio-Paestum. La situazione si complica ulteriormente con il coinvolgimento di Stefania Nobili, ex moglie di Squecco e consigliera comunale durante il periodo contestato. Le accuse indicano che Alfieri, durante la sua campagna per la carica di sindaco nel giugno 2019, avrebbe raggiunto un accordo con Squecco per garantire un sostegno elettorale in cambio di vantaggi legati alla gestione di attività commerciali, compreso il noto lido Kennedy, situato sulla costa di Capaccio-Paestum.

Il passato politico di Alfieri e le precedenti indagini

Franco Alfieri ha una carriera politica di lunga data, avendo ricoperto il ruolo di sindaco sia a Torchiara che ad Agropoli, comuni situati nella provincia di Salerno. Dal 2019, ha inoltre guidato il Comune di Capaccio-Paestum, dove è stato rieletto nel giugno 2024 con una percentuale di consensi che supera l’87%. Tuttavia, il suo passato non è privo di ombre. Nel 2024 era stato arrestato per un’inchiesta su appalti truccati, successivamente messo agli arresti domiciliari dopo le sue dimissioni. La sua carriera politica è stata segnata dall’alleanza con il Partito Democratico, dal quale è stato sospeso, un’ulteriore riprova di come la sua vicenda sia complessa e controversa.

Aspettative legali e immagine pubblica

Alfieri, assistito dagli avvocati Domenicantonio D’Alessandro e Agostino De Caro, ha espresso fiducia nella possibilità di dimostrare la propria innocenza. La figura di Alfieri è emersa anche nel contesto delle cronache nazionali, grazie a una battuta del governatore Vincenzo De Luca nel 2016. Durante una campagna referendaria, De Luca aveva scherzato su come Alfieri dovesse mobilitarsi a favore del sì, citando l’idea di “offrire una frittura di pesce”, da quel momento ribattezzato “l’uomo delle fritture”. Questo soprannome ha segnato la sua identità pubblica, rendendo Alfieri un personaggio noto non solo per la sua carriera politica ma anche per la sua capacità di legarsi a situazioni di carattere più ludico.

Mentre l’interrogatorio di martedì si avvicina, l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica si concentra su questo caso che, se accertato, potrebbe avere ripercussioni significative sia sul piano politico che sulla lotta contro le infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali. Il futuro di Alfieri e degli altri coinvolti rimane incerto, ma certamente l’inchiesta segna un momento cruciale nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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