intervento difficile tra la fitta vegetazione per il recupero delle vittime della funivia del Faito

intervento difficile tra la fitta vegetazione per il recupero delle vittime della funivia del Faito

Recupero delle quattro vittime della funivia del Faito reso complesso da vegetazione fitta e terreno impervio, con interventi coordinati di vigili del fuoco, soccorso alpino e Guardia di Finanza.
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L’articolo descrive il complesso intervento di soccorso e recupero delle quattro vittime della funivia del Faito, evidenziando le difficoltà operative dovute al terreno impervio e alla fitta vegetazione, e il coordinamento tra vigili del fuoco, soccorso alpino e Guardia di Finanza. - Gaeta.it

L’operazione di recupero delle quattro persone coinvolte nella tragedia della funivia del Faito ha richiesto un impegno intenso e delicato, a causa della natura impervia della zona interessata. La presenza di una vegetazione particolarmente folta ha complicato le azioni di soccorso, obbligando a interventi precisi e coordinati da parte di più forze sul campo. In questa situazione, ogni passo è stato fondamentale per garantire un lavoro efficace e rapido.

caratteristiche del territorio e difficoltà operative

L’incidente è avvenuto in un punto del Faito dove l’ambiente naturale è dominato da una vegetazione fitta e densa, fatta di alberi, arbusti e rampicanti che ostacolano la visibilità e il movimento. Questi fattori hanno rallentato i soccorritori durante la ricerca e il recupero. Il terreno presenta anche dislivelli e pendii che rendono difficile spostarsi con le attrezzature necessarie. Per raggiungere con sicurezza e precisione la zona in cui erano le vittime, si è dovuto mettere in campo un piano di lavoro dettagliato che prevedeva il controllo di ogni metro quadrato.

La vegetazione riduce la possibilità di usare mezzi meccanici o veicoli, quindi il lavoro è stato svolto soprattutto a piedi e con strumenti manuali. Questi elementi hanno inciso sui tempi dell’intervento, costringendo a procedere con molta cautela per evitare ulteriori rischi. Le condizioni ambientali hanno spinto i soccorritori a concentrarsi non solo sul recupero delle vittime ma anche sul mantenimento della sicurezza evitando cadute o incidenti.

il coordinamento delle forze al lavoro sul luogo della tragedia

Sul posto hanno operato diverse squadre di emergenza, ciascuna con un ruolo specifico. I vigili del fuoco hanno avuto il compito di gestire il coordinamento generale e di supportare le operazioni di recupero con le loro attrezzature, come funi e sistemi di calata. A fianco di loro c’erano tutte le forze dell’ordine locali, che hanno delimitato l’area e garantito il controllo del territorio, impedendo accessi non autorizzati e assicurando che l’area rimanesse sgombra per gli interventi.

A guidare le operazioni in montagna sono intervenuti specialisti molto esperti. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino Speleologico ha utilizzato conoscenze specifiche del territorio montano e tecniche di soccorso alpino per raggiungere i punti più difficili. Questi professionisti sono abituati a lavorare in ambienti impervi e quindi hanno potuto muoversi efficacemente tra alberi e pendii.

ruolo del soccorso alpino della guardia di finanza durante l’intervento

Il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza , con base ad Avellino, ha avuto un ruolo decisivo. Questo reparto delle Fiamme gialle è specializzato in interventi in montagna e può organizzarsi e mobilitarsi in tempi brevissimi, rendendolo particolarmente efficiente nei casi di emergenza come quello del Faito. I membri del Sagf combinano capacità tecniche di intervento con competenze nell’uso di equipaggiamenti specifici per il territorio montano e della vegetazione fitta.

Il loro intervento ha integrato il lavoro del Cnsas e dei vigili del fuoco, permettendo una copertura più ampia dell’area e una maggiore velocità nelle operazioni. Grazie a questi professionisti, si è riusciti a scandagliare tutta la zona con attenzione millimetrica, senza tralasciare nessun punto. L’azione congiunta ha reso possibile il recupero delle vittime anche in condizioni ambientali molto sfidanti.

gestione dell’area e strategie di ricerca

La zona interessata dall’incidente è stata immediatamente isolata e gestita con metodi efficaci per sostenere il lavoro di ricerca e recupero. Gli operatori hanno delimitato con barriere e segnali l’area per mantenere l’ordine e evitare possibili contaminazioni del luogo, che avrebbe potuto complicare la raccolta di elementi utili alle indagini.

Per scandagliare il territorio sono stati utilizzati metodi di ricerca sistematica, con squadre che si muovevano coprendo scaglionamenti di qualche metro l’uno dall’altro, garantendo così che nessun dettaglio fosse trascurato. Si sono impiegati anche strumenti per migliorare la visibilità in mezzo a fogliame e rami. La ricerca ha avuto una dimensione complessa, considerata la difficoltà di accesso e la necessità di operare con grande velocità e sicurezza.

Il lavoro nelle ore successive alla tragedia è stato meticoloso. Non bastava localizzare le vittime, ma era necessario anche preservare la scena per le autorità competenti, in vista dei rilievi e delle valutazioni che avrebbero seguito. La gestione di un’area così difficile impone un equilibrio tra operazioni di soccorso e custodia degli elementi per le indagini.

In queste condizioni il recupero ha richiesto passaggi precisi e il coordinamento tra squadre diverse ha rappresentato la chiave per portare avanti l’intervento senza intoppi, superando le sfide imposte dall’ambiente naturale e dalla morfologia del territorio.

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