L’Iran ha respinto categoricamente le accuse che lo accusano di essere coinvolto in un presunto complotto per assassinare l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Secondo Teheran, si tratta di affermazioni mosse con obiettivi politici ostili. Le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanaani hanno sottolineato la ferma negazione del coinvolgimento iraniano nell’attacco armato contro Trump, definendo le accuse come infondate e prive di fondamento.
Il presunto complotto e le reazioni
Le informazioni riguardanti il presunto complotto sono state diffuse dalla Cnn, che ha riportato un aumento delle misure di sicurezza attorno a Trump da parte dei Servizi Segreti USA in risposta a queste minacce. Le autorità statunitensi sono state informate di questa situazione nelle ultime settimane. Tuttavia, non ci sono prove che il giovane cecchino Thomas Matthew Crooks, responsabile dell’attacco contro Trump, sia legato a questo presunto complotto, hanno affermato le fonti.
Sicurezza e interrogativi sul comizio di Butler
L’esistenza di una minaccia proveniente da un’agenzia di intelligence straniera ostile solleva dubbi sulla sicurezza del comizio di Trump a Butler, in Pennsylvania. Il fatto che un ventenne abbia potuto accedere a un tetto vicino per sparare contro l’ex presidente indica delle falle nel sistema di sicurezza. I Servizi Segreti e la campagna di Trump erano a conoscenza di questa minaccia prima dell’attacco del 13 luglio.
Le motivazioni dietro il presunto attentato
Le minacce iraniane contro ex funzionari dell’amministrazione Trump sono state monitorate per anni, principalmente a causa dell’uccisione del generale Qassem Soleimani nel gennaio 2020. Il desiderio dell’Iran di vendicarsi per l’assassinio del generale è considerato una questione di sicurezza prioritaria per gli Stati Uniti. Tuttavia, la Repubblica islamica dell’Iran considera Trump un criminale che deve essere processato per aver ordinato l’omicidio di Soleimani e ha dichiarato di aver scelto la via legale per perseguirlo.