Italia al centro dei lanci spaziali: riprende l’attività dalla piattaforma San Marco

Italia al centro dei lanci spaziali: riprende l’attività dalla piattaforma San Marco

L’Italia si prepara a rilanciare i suoi programmi spaziali con il ritorno ai lanci dalla piattaforma San Marco, in occasione del sessantesimo anniversario del primo satellite italiano, San Marco-1.
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Italia al centro dei lanci spaziali: riprende l’attività dalla piattaforma San Marco - Gaeta.it

Con un’importante notizia proveniente dal settore aerospaziale, l’Italia si prepara a tornare sulla scena internazionale dei lanci spaziali. Mentre ci avviciniamo al sessantesimo anniversario del primo satellite italiano, San Marco-1, la rinnovata attività dalla storica piattaforma offshore San Marco, situata al largo della costa del Kenya, segna un momento cruciale per la tecnologia e l’innovazione italiana in campo spaziale. Il programma, supportato non solo da enti governativi, ma anche da organizzazioni del settore, promette di fare dell’Italia un player attivo nell’orbita terrestre, puntando su satelliti innovativi e tecnologie avanzate.

La storia dei lanci italiani nello spazio

Il 15 dicembre 2024 segnerà un’importante tappa per l’Italia, che festeggerà 60 anni dal lancio del San Marco-1, primo satellite italiano. Questo evento non solo celebrerà un passato significativo, ma rappresenterà anche un rinnovato impegno per il Paese nel settore spaziale. Nel 1964, l’Italia diventò la terza nazione al mondo a mettere in orbita un satellite, dopo l’Urss e gli Stati Uniti. Per rendere omaggio a questo traguardo, Passione Astronomia, insieme a Le Storie di Kosmonautika e SPF, organizzerà un evento celebrativo con la partecipazione di esperti e appassionati del settore.

Oggi, con l’approssimarsi di quest’importante anniversario, la notizia della ripresa dei lanci dalla piattaforma offshore San Marco offre una carica di entusiasmo nel panorama spaziale italiano. Da tempo non utilizzata per questa tipologia di attività, la piattaforma rappresenta un punto strategico per lanciare i vettori della famiglia Vega, dedicati all’orbita dei satelliti. La storia del lancio dei satelliti italiani è intrinsecamente legata a figure come Luigi Broglio, ingegnere di spicco che ha forgiato il cammino dell’astronautica italiana.

Luigi Broglio: pioniere dell’astronautica italiana

Luigi Broglio, nato a Mestre nel 1911 e scomparso nel 2001, è considerato il “padre” dell’astronautica italiana. La sua carriera inizia presso il Centro Studi dell’allora Regia Aeronautica, dove si specializza e diventa un esperto stimato a livello mondiale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Broglio sfrutta le sue competenze e la sua innovazione per formare un collegamento con enti statunitensi come l’USAF e la NASA, collaborando a progetti che avrebbero segnato la storia dell’astronautica.

Nel 1961, grazie alle sue visioni e al supporto politico, nasce il Progetto San Marco, dedicato al patrono di Venezia. Broglio e il suo team contribuiscono a trasformare l’idea in realtà, e il primo satellite italiano, il San Marco-1, viene lanciato con successo il 15 dicembre 1964. Questo traguardo non solo posiziona l’Italia nel panorama spaziale mondiale, ma stimola anche la creazione di strutture dedicate alla ricerca e allo sviluppo, come il Centro Spaziale Luigi Broglio.

Il centro spaziale Luigi Broglio e il futuro dei lanci

Il Centro Spaziale Luigi Broglio, situato nell’Oceano Indiano vicino a Malindi in Kenya, è la prima piattaforma di lancio equatoriale del mondo. Attualmente, include due piattaforme, la San Marco e la Santa Rita, e supporta operazioni di lancio e missioni spaziali. Dal 1966, l’attività ha visto numerosi lanci, il più recente dei quali risale al marzo 1988. La posizione equatoriale della piattaforma è vantaggiosa, permettendo un accesso facilitato a orbite a bassa energia.

Recentemente, il Governo italiano ha scelto di riprendere i lanci da questo centro. Il Ministro dell’Industria, Adolfo Urso, ha reso noto che i razzi della famiglia Vega, prodotti dall’azienda Avio, potrebbero decollare dalla piattaforma San Marco. Questo approccio non solo consente all’Italia di ridurre i costi legati ai lanci dalla Guyana francese, ma apre anche a nuove opportunità di sviluppo nel campo della tecnologia spaziale.

Nei prossimi anni, i lanci saranno studiati per includere satelliti operativi riguardanti il telerilevamento terrestre, fornendo dati utili per affrontare importanti sfide globali, come i cambiamenti climatici. Questo sforzo rappresenta non solo un’interessante opportunità per l’Italia, ma anche un’opportunità di collaborazione con il Kenya, soprattutto in ambito di formazione per il personale locale nel settore spaziale.

L’eredità della rivalità spaziale tra Italia e Francia

L’industria spaziale non è solo tecnologia e innovazione, ma porta con sé anche un’eredità di rivalità storica. Un episodio emblematico risale agli anni ’60, durante una visita del Presidente del Consiglio italiano, Amintore Fanfani, al Presidente della Repubblica francese, Charles De Gaulle. Quest’ultimo annunciò con orgoglio il lancio imminente del satellite Asterix-1 da parte della Francia. Fanfani, col suo consueto aplomb, fece notare che l’Italia aveva già effettuato un’operazione analoga quasi un anno prima, svelando una parte della storia poco nota al mondo.

Con la ripresa dei lanci dal Centro Spaziale Luigi Broglio, questa rivalità potrebbe riaccendersi. L’abilità dell’industria spaziale italiana di rimanere competitiva e innovativa sarà fondamentale, in un contesto dove la collaborazione e il progresso scientifico possono portare a risultati straordinari per entrambi i Paesi e per il mondo intero.

Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Armando Proietti

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