Il freddo intenso che ha colpito l’Italia nelle ultime settimane ha creato un contesto favorevole all’aumento dei casi di influenza. Le temperature più basse, in particolare, hanno un impatto significativo sulla salute respiratoria della popolazione. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, spiega il collegamento tra il calo delle temperature e la replicazione dei virus influenzali. Un’allerta che arriva proprio nel periodo in cui, con il ritorno alla routine post-festività, si prevede un incremento dei contagi.
L’effetto del freddo sulla salute respiratoria
Il freddo invernale agisce sulle mucose respiratorie, abbassando la temperatura interna da 37 gradi a valori intorno ai 35-36 gradi. Questo cambiamento crea un ambiente propizio per la proliferazione di numerosi virus, compresi quelli che causano l’influenza. Il comportamento dei virus, favorito da temperature più basse, rappresenta un motivo di preoccupazione per la salute pubblica. Andreoni sottolinea come le raccomandazioni tradizionali — come quella di coprire naso e bocca con una sciarpa — abbiano validità scientifica. L’innalzamento della temperatura corporea può infatti contribuire a ostacolare la replicazione virale.
I dati storici mostrano che il picco di contagi influenzali negli ultimi anni si verifica alla fine di gennaio. L’attuale situazione, con l’apertura delle scuole e il ritorno alle attività normali, coincide con un aumento dei casi. La circolazione di virus come l’influenza H1N1, H3N2 e di tipo B, nonché di virus sinciziali e rinovirus, rende il quadro complicato, con segnalazioni di numerosi casi nei reparti ospedalieri.
La pressione sugli ospedali italiani
Il sistema sanitario sta registrando un incremento nel numero di accessi, anche se, secondo Andreoni, non ci sono attualmente criticità significative. Tuttavia, l’esperto osserva che una maggiore vaccinazione tra le fasce più vulnerabili avrebbe potuto ridurre il ricorso agli ospedali. La strategia di immunizzazione rappresenta un elemento chiave nell’affrontare le malattie infettive, specialmente in un periodo in cui le infezioni respiratorie sono in aumento a causa del freddo e della scarsa affluenza di vaccini.
Le previsioni indicano che, se la situazione continua su questa linea, si potrebbe assistere a un sovraccarico delle strutture sanitarie. Senza un’adeguata protezione vaccinale, i rischi di complicazioni aumentano, sollevando interrogativi sull’efficacia delle politiche sanitarie vigenti.
La preoccupazione per le vaccinazioni insufficienti
Il dottor Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, esprime preoccupazioni sulle basse percentuali di vaccinazione contro l’influenza. Al suo parere, il freddo può certamente avere un ruolo nell’aumentare le infezioni, ma i dati sulle vaccinazioni insufficienti preoccupano di più. Meno di un italiano su cinque si è vaccinato, nonostante la pressione del COVID-19 nei precedenti due anni.
Questa riluttanza verso le vaccinazioni, come evidenziato dal dottor Bassetti, riflette un cambiamento nel comportamento della popolazione. La scarsa adesione alle campagne vaccinali è preoccupante, non solo per l’influenza, ma anche per altre malattie infettive storicamente prevenibili. Le proposte per migliorare la situazione includono iniziative a livello ministeriale per sensibilizzare la popolazione e aumentare la copertura vaccinale.
Bassetti avverte che le infezioni potrebbero continuare a diffondersi. L’aumento delle malattie come morbillo, tetano e pertosse è motivo di allerta e richiede l’attenzione non solo dei professionisti sanitari, ma anche delle istituzioni. La situazione potrebbe peggiorare se non si intraprendono azioni immediati per incentivare la vaccinazione nella popolazione, specie tra i più giovani e fragili.
Un panorama preoccupante per le infezioni respiratorie
Con l’arrivo dell’inverno, la diffusione di virus influenzali e di altri agenti patogeni si intensifica, alimentata anche dalla cattiva abitudine di rifugiarsi in ambienti chiusi per sfuggire al freddo. In questo contesto, si registra una significativa diffusione anche di pneumococchi e del virus sinciziale. La presenza di diversi virus respiratori indica che ci troviamo in una fase di alta circolazione di patogeni, il che rappresenta una sfida per il sistema sanitario.
Un monitoraggio attento della situazione epidemiologica è essenziale per garantire una risposta adeguata e tempestiva. La combinazione di un’alta incidenza di infezioni e una bassa vaccinazione segnano un periodo di tendenza allarmante. Con un contesto così complesso attraverso cui si è invitati a passare l’inverno, la chiave per un controllo efficace resta nella prevenzione, che si traduce in una maggiore adesione a campagne vaccinali strutturate e incisive.
Ultimo aggiornamento il 14 Gennaio 2025 da Armando Proietti