Italia prepara un nuovo trasferimento di migranti verso l'Albania: il quarto in arrivo

Italia prepara un nuovo trasferimento di migranti verso l’Albania: il quarto in arrivo

Il governo italiano prevede un nuovo trasferimento di migranti irregolari in Albania, puntando a evitare intoppi legali e garantire una gestione più efficace dei centri di rimpatrio.
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Italia prepara un nuovo trasferimento di migranti verso l'Albania: il quarto in arrivo - Gaeta.it

Un nuovo trasferimento di migranti dall’Italia all’Albania è previsto entro questa settimana. Si tratta del quarto trasferimento in pochi mesi e il governo italiano pretende che questa volta il piano proceda senza intoppi legali. Le autorità sono fiduciose di evitare problematiche legate alla magistratura di Roma, che in passato ha bloccato simili iniziative.

Dettagli sul trasferimento

A differenza dei precedenti trasferimenti, questa volta non saranno portati a Gjader i richiedenti asilo intercettati in mare, bensì migranti irregolari. Questi individui hanno ricevuto un decreto di espulsione dal questore e la loro permanenza in un centro di permanenza per il rimpatrio è stata confermata da un giudice. La selezione dei “candidati” da inviare in Albania è già in corso, con il Viminale che sta lavorando per organizzare il trasferimento.

Il viaggio avverrà via mare, partendo dalla Puglia, con destinazione il Centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader, situato nel nord dell’Albania. Attualmente, questa struttura ha una capienza di circa 40 posti, ma sono in atto lavori per aumentarne la capacità fino a 144 posti, in risposta all’aumento dei trasferimenti previsti.

Le strutture albanesi e le prossime mosse del governo

Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 28 marzo ha reso possibile il trasferimento non solo dei nuovi migranti ma anche di quelli già trattenuti nei Cpr italiani che sono stati destinati a espulsioni. Queste due strutture in Albania, attive dall’ottobre dello scorso anno, fino ad oggi sono rimaste sotto la sorveglianza di numerosi agenti italiani, costituendo di fatto un rinforzo agli sforzi di rimpatrio del governo.

Nonostante gli ingenti lavori di ristrutturazione, le strutture sono state definite “fantasma” a causa della bassa capacità operativa fino ad ora, principalmente dovuta alle procedure legali e burocratiche che ne hanno rallentato l’attività. Con la nuova normativa, il governo spera di snellire il processo e garantire un uso efficace di questi centri, rimettendo in moto il piano di rimpatrio.

Il tempo di trattenimento e le implicazioni legali

Il provvedimento attuale stabilisce un massimo di 18 mesi di trattenimento per i migranti nei Cpr, dando così un chiaro limite temporale al periodo di detenzione. Questo è stato un punto critico nel dibattito sui diritti dei migranti, poiché i centri di permanenza per il rimpatrio erano stati criticati per le lunghe attese e le incertezze che molti migranti affrontavano.

La speranza del governo è che, con l’avvio di questi trasferimenti in Albania e il consolidamento delle strutture locali, sia possibile affrontare in modo più diretto la questione dell’immigrazione irregolare, garantendo una gestione più ordinata e controllata del fenomeno. I prossimi sviluppi sulle selezioni e sugli eventuali trasferimenti saranno monitorati attentamente, sia da parte delle autorità italiane che da osservatori esterni, per sostenere la trasparenza e il rispetto dei diritti umani.

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