Recent trends indicano che gli italiani non solo ripongono fiducia nella ricerca scientifica, ma nutrono anche timori sugli studi clinici. Questa problematica mette in evidenza l’importanza di una campagna nazionale che mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della ricerca clinica. La campagna “La ricerca siamo noi. Tutti insieme, dalla scienza alla cura” è promossa dall’Accademia del paziente esperto Eupati Aps e supportata da 47 associazioni diverse, aziende sanitarie, società scientifiche e centri di ricerca. Sostenuta da enti rispettati come la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e il Ministero della Salute, questa iniziativa si propone di aumentare la consapevolezza dei cittadini riguardo al valore della ricerca e alla partecipazione agli studi clinici.
La campagna per la consapevolezza
La campagna “La ricerca siamo noi” è il risultato di un importante impegno collettivo per affrontare le preoccupazioni legate alla sperimentazione clinica. Secondo Nicola Merlin, il Presidente di AdPee, è fondamentale combattere le fake news e evidenziare i benefici della partecipazione ai trial clinici, sia per l’avanzamento della scienza che per la salute dei pazienti. Il messaggio che si intende comunicare è chiaro: la partecipazione degli utenti è cruciale non solo per lo sviluppo di nuovi farmaci, ma anche per promuovere un’atmosfera di fiducia tra il pubblico e la comunità scientifica. Il lancio della campagna mira a costruire un ponte di dialogo e collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nella salute pubblica.
Il marketing della ricerca clinica è un compito complesso; con una comunicazione ben diretta, si spera di ridurre l’ansia che molti italiani provano verso questi studi per garantire una maggiore affluenza di pazienti disponibili a partecipare. Ciò non solo renderebbe più incisiva la ricerca, ma contribuirebbe anche a creare una cultura della cura più forte, dove il paziente è visto come un protagonista attivo nel suo percorso di salute.
La situazione della ricerca clinica in Italia
L’Italia è storicamente considerata un paese leader nella ricerca clinica, grazie all’eccellente qualità della produzione scientifica, che è apprezzata a livello globale. Tuttavia, i finanziamenti destinati a tali attività rimangono insufficienti. Giampaolo Tortora, Direttore del Comprehensive Cancer Center di Roma, sottolinea che l’80% degli studi clinici in Italia è finanziato dal settore farmaceutico, mentre solo il 20% è “no profit”, ovvero accademico. Questa scarsa presenza di ricerche non sponsorizzate rappresenta una perdita sia per il sistema sanitario sia per il progresso scientifico.
Il sistema sanitario italiano deve affrontare una sfida significativa da questo punto di vista: mentre gli studi clinici sponsorizzati apportano valore, è fondamentale che vi sia una maggiore proporzione di ricerche indipendenti, che possano garantire la variabilità e l’affidabilità dei risultati. Le statistiche indicano che per ogni euro investito nella ricerca, il ritorno per il Servizio Sanitario Nazionale è di tre euro. Nel caso dei farmaci oncologici, il guadagno arriva addirittura a 3,35 euro. Questi dati evidenziano l’importanza di investire nella ricerca clinica per un futuro più sicuro e sostenibile nella sanità pubblica.
L’importanza del paziente esperto
Il paziente esperto svolge un ruolo cruciale nella ricerca clinica odierna. Questa figura, definita dalla capacità di tradurre la propria esperienza di malattia in un contributo concreto per le comunità scientifiche, è fondamentale per garantire che gli interessi e le necessità dei pazienti siano rappresentati nei vari stadi di sperimentazione clinica. Per Paola Kruger, direttore scientifico del Corso Eupati Italia, l’informazione precisa è essenziale per trasmettere il valore della ricerca ai pazienti, sottolineando come la loro partecipazione attiva possa influenzare significativamente la qualità dei risultati di uno studio.
Ogni paziente che partecipa a uno studio clinico si sottopone a un processo che richiede una comprensione e consapevolezza dettagliate. I Comitati Etici sono coinvolti per assicurare che tutte le norme vengano rispettate e che la ricerca venga condotta in modo etico e rigoroso. Il percorso del paziente non solo contribuisce alla propria salute, ma anche al benessere di molti altri in futuro.
Opportunità e sfide future
Tutt’oggi, l’Italia si trova ad affrontare una diminuzione degli studi clinici che si svolgono in Europa, con una riduzione dal 18% del 2013 al 9% nel 2023. Questo calo ha comportato circa 60.000 pazienti in meno che possono accedere a terapie innovative. Per migliorare l’attrattività della ricerca clinica in Italia, è fondamentale che le istituzioni, gli stakeholder e le aziende farmaceutiche collaborino attivamente.
L’importanza della formazione e dello sviluppo di talenti è cruciale per costruire un futuro promettente nel campo della ricerca clinica. Secondo Onofrio Mastandrea, membro della Giunta di Farmindustria, le aziende farmaceutiche nel 2023 hanno stanziato due miliardi di euro per la ricerca e sviluppo, una cifra che rappresenta il 7% degli investimenti totali nel paese.
La campagna nazionale “La ricerca siamo noi” offre diverse risorse informative realizzate con il supporto dei pazienti di Eupati, per facilitare la comprensione di come operano gli studi clinici, la tutela dei partecipanti e il ruolo delle associazioni. Attraverso video educativi e testimonianze dirette, l’iniziativa si pone come un’importante fonte di informazione per tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza riguardante la ricerca clinica in Italia.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Elisabetta Cina