Il viaggio di Jd Vance a Roma nel 2025 ha acceso i riflettori sul rapporto teso tra la Casa Bianca e il Vaticano. In ballo ci sono temi scottanti come l’immigrazione, i diritti Lgbtqia+ e i segnali tra due potenze tanto diverse. Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, è arrivato nella capitale per una visita di tre giorni con appuntamenti mirati per sondare interlocuzioni con il Vaticano e le autorità italiane.
l’arrivo di jd vance a roma e gli obiettivi della visita
Venerdì 18 aprile 2025, Jd Vance ha toccato l’aeroporto di Ciampino, dando il via a una missione che si concentrerà su interlocuzioni con il mondo italiano, europeo e la Santa Sede. L’ex collaboratore di Trump, noto per posizioni conservatrici, ha scelto Roma per discutere di temi cruciali dopo un percorso personale segnato dalla conversione al cattolicesimo nel 2019, definendosi “cattolico bambino”.
Nei tre giorni di permanenza, Vance propone una riflessione sul rapporto tra fede e politica. L’appuntamento più atteso è con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, previsto per sabato 19. L’incontro assume particolare rilievo, considerando la storia recente tra il Vaticano e l’amministrazione americana, segnata da frecciate reciproche sui temi migratori e sociali. Vance porterà con sé il tentativo di un dialogo, simbolicamente rappresentato da un ramoscello d’ulivo, ma anche segnato da reciproche critiche.
Gli obiettivi principali sono valutare se esiste un terreno comune su cui confrontare le differenti visioni su immigrazione e diritti civili, tenendo presente le dinamiche europee in un momento di forte pressione sui flussi migratori e sulle politiche di accoglienza.
il contesto delle tensioni tra vaticano e amministrazione usa
Il rapporto tra la Santa Sede e la Casa Bianca non è mai stato tranquillo negli ultimi anni. Il Vaticano, con papa Francesco in prima linea, ha duramente criticato la linea della Casa Bianca sulle deportazioni e le restrizioni ai migranti, definendo alcune scelte come narrazioni che “discriminano e causano sofferenze inutili”. Nel contempo, gli ambienti vicino a Vance e a Trump hanno etichettato le aperture del Vaticano verso il mondo Lgbtqia+ come un atteggiamento “woke”, posizione stigmatizzata.
Lo scontro riguarda anche un livello più profondo di percezioni. Da un lato Washington ha avanzato l’ipotesi che il Vaticano possa avere interessi economici dietro le sue prese di posizione sul tema migranti. Dall’altro la Santa Sede mantiene una linea forte di accoglienza sociale e tutela dei diritti, pronunciandosi contro le politiche che provocano espulsioni massive e sofferenze.
Questo dualismo politicizza il dialogo e rende molto incerta la possibilità di un confronto diretto e schietto con papa Francesco, soprattutto in un momento in cui il pontefice sta uscendo da un periodo di convalescenza dopo un ricovero per polmonite bilaterale all’ospedale Gemelli di Roma.
l’incontro con il cardinale parolin e la possibilità del colloquio con il papa
Il cardinale Pietro Parolin rappresenta, per tradizione e ruolo, il punto di contatto privilegiato del Vaticano con le diplomazie straniere. L’appuntamento di sabato è cruciale per saggiare le intenzioni e i margini di dialogo rispetto al rapporto con gli Stati Uniti nell’amministrazione attuale.
Il Vaticano non ha escluso la possibilità di una breve udienza con papa Francesco, pur considerando le condizioni fisiche del pontefice ancora delicate dopo il ricovero. Fonti vicine al Vaticano hanno dichiarato che il papa ha dimostrato recentemente la volontà di incontrare figure istituzionali importanti, come dimostrato dalla recente udienza ai reali d’Inghilterra in visita a Roma.
Gli osservatori ritengono che la visita di Vance possa concretizzarsi in un colloquio breve ma significativo, soprattutto se si svolgerà nelle ore precedenti o successive alla celebrazione della Pasqua, evento che tiene il Vaticano in stato di grande attività e intensità.
Resta però alto il nodo delle divergenze sui temi sociali e migratori, che potrebbero limitare la portata di un eventuale incontro. Papa Francesco ha infatti già espresso giudizi severi sulle politiche di deportazione e segregazione, mentre Vance ha manifestato dubbi sul ruolo della Santa Sede, suscitando reazioni immediate da parte della curia.
le reazioni degli osservatori alla visita e i segnali in vista della pasqua
In vista della Pasqua 2025, il Vaticano si prepara a settimane intense, sia sul piano liturgico che diplomatico. L’arrivo di Vance è visto dagli esperti come un segnale importante per tentare di ricucire almeno parzialmente il dialogo con Washington.
Il Washington Post riporta che la disponibilità di papa Francesco a concedere qualche minuto per un incontro non è in discussione. Di contro, non è certo che la visita sfoci in un confronto diretto con il pontefice, soprattutto considerata la situazione delicata della salute e l’agenda.
Gli analisti osservano come questo appuntamento possa rappresentare anche un momento simbolico, un tentativo di mantenere aperti i canali diplomatici nonostante le tensioni accumulate negli anni precedenti. Il fatto che Vance abbia scelto Roma e il Vaticano per discutere di fede e politica evidenzia la centralità che la capitale italiana e il pontificato mantengono nel dialogo globale, specie attorno ai temi sociali controversi.
In questi giorni, dunque, si riempie di contenuti e prospettive il confronto tra due visioni molto diverse del mondo, capaci di influenzare decisioni che hanno impatto ben oltre i confini nazionali.