Papa Francesco ha recentemente nominato 21 nuovi cardinali, tra cui spicca la figura di Jean-Paul Vesco, un domenicano di 62 anni e attuale arcivescovo di Algeri. La sua storia si intreccia non solo con la religione, ma anche con il mondo dello sport, in particolare con la corsa. Vesco è infatti un maratoneta che ha raggiunto un traguardo personale di 2 ore, 52 minuti e 0 secondi nella maratona di New York nel 1989. Questa passione per il running è un aspetto distintivo della sua personalità e del suo approccio alla vita.
Una carriera sportiva e religiosa
Jean-Paul Vesco ha dedicato gran parte della sua vita alla Chiesa, ma non ha mai trascurato la sua passione per la corsa. Da giovane, il suo sogno era quello di diventare un atleta, ma il cammino della vita l’ha portato su strade diverse. Tuttavia, la corsa è sempre rimasta un elemento fondamentale della sua esistenza, tanto da riprendere l’attività sportiva anche in età adulta. “Chi corre prega due volte,” afferma Vesco, evidenziando il legame profondo tra il suo impegno religioso e la pratica sportiva.
La corsa, per Vesco, non è solo una forma di esercizio, ma un’opportunità di introspezione. La sua esperienza durante la maratona di New York rimane un ricordo vivo e significativo. Descrive la corsa come un viaggio interiorizzato che favorisce l’autodiscovery, permettendo di rompere le barriere del quotidiano. In questo senso, lo sport diventa un mezzo attraverso il quale esplorare non solo le proprie capacità fisiche, ma anche la propria spiritualità.
La meraviglia della corsa come meditazione
Vesco non si limita a considerare la corsa come uno sport competitivo, ma la definisce un’arte contemplativa, un modo per entrare in contatto con se stessi e superare i propri limiti. “La motivazione nel correre su queste grandi distanze non è la competizione con gli altri, ma è l’ascolto di te stesso,” spiega. Questa filosofia si ricollega alle parole di Sant’Agostino, secondo cui “cantare è pregare due volte”. Sebbene non possa dire cosa avrebbe pensato Agostino della corsa, Vesco è convinto che la pratica sportiva possa essere un atto di meditazione profonda.
Descrivendo il suo rapporto con la corsa, il cardinale eletto mette in evidenza come questa attività trasformi qualsiasi ambiente, anche quello urbano, in un ampio spazio di libertà. Indossando le scarpe da corsa, gli atleti possono espandere il loro universo interiore e rompere qualsiasi barriera. Nel contesto delle sue nuove responsabilità, Vesco è consapevole che la sua dedizione al volontariato sportivo potrebbe subire un cambiamento. Tuttavia, egli manifesta la volontà di continuare a partecipare ad eventi di corsa in Algeria, rappresentando la sua fede e la sua comunità attraverso il logo di Athletica Vaticana.
Un messaggio di pace attraverso lo sport
Il legame tra sport e pace è un tema fondamentale nelle dichiarazioni di Vesco. Ricorda con orgoglio l’accoglienza dell’Athletica Vaticana ai Giochi del Mediterraneo, tenutisi a Orano nel 2022. Questo evento ha rappresentato un’importante occasione per comunicare messaggi di dialogo tra religioni e culture. Vesco sottolinea come lo sport possa essere un potente strumento di unione, e non solo una competizione.
La sua esperienza con il team di maratoneti del Vaticano ha avuto un impatto significativo, portando a una riflessione più profonda sui valori che possono essere condivisi attraverso la corsa. In questo senso, il suo nuovo ruolo da cardinale non segnerà la fine della sua passione per lo sport, ma piuttosto un’evoluzione della sua missione, continuando a diffondere un messaggio di armonia e comprensione attraverso l’attività fisica.
Jean-Paul Vesco rappresenta una figura ispiratrice non solo per i credenti, ma anche per gli sportivi, dimostrando che la fede e la passione per lo sport possono andare di pari passo e contribuire a costruire ponti tra culture diverse.
Ultimo aggiornamento il 6 Ottobre 2024 da Sara Gatti