L’apertura della nuova sede del Centro Culturale Islamico Al Huda a Jesi ha suscitato una forte reazione sui social, con numerosi post d’odio che hanno spinto il sindaco Lorenzo Fiordelmondo a prendere posizione. La nuova struttura, situata in via Cascamificio e più ampia rispetto alla precedente destinazione di Viale della Vittoria, è diventata un foco di discussione, evidenziando le tensioni sociali e culturali in atto nella comunità . Fiordelmondo ha dichiarato l’intenzione di querelare i responsabili di commenti minacciosi, sottolineando l’importanza di un dibattito civile e rispettoso tra i cittadini.
La nuova sede del centro culturale islamico
Il Centro Culturale Islamico Al Huda ha inaugurato ufficialmente la sua nuova sede domenica scorsa, con una cerimonia che ha visto la partecipazione di diverse autorità locali. L’evento è stato descritto dal sindaco come una “giornata di festa”, accolta con entusiasmo da molti partecipanti, compresi non solo i fedeli musulmani ma anche membri della comunità più ampia.
Il nuovo centro, che si estende per 850 metri quadrati, rappresenta un importante passo per la comunità islamica di Jesi, offrendo uno spazio in cui poter svolgere attività culturali e religiose. Tuttavia, la celebrazione del taglio del nastro è stata oscurata dalla reazione negativa di alcuni cittadini, espressa attraverso di commenti pesanti sui social media. Questi interventi, secondo il sindaco, hanno superato il limite della tolleranza, trasformandosi in vere e proprie minacce.
La risposta del sindaco alle minacce
Lorenzo Fiordelmondo ha denunciato pubblicamente il clima di odio e le minacce espresse nei commenti sui social, affermando che il documento che raccoglie tutte le evidenze del caso è nelle mani delle autorità competenti. La volontà di intraprendere azioni legali contro gli autori delle intimidazioni evidenzia la serietà con cui l’amministrazione comunale intende affrontare questi comportamenti. “Minacce gratuite, violente e inaccettabili sono un attacco alla nostra comunità ”, ha affermato il sindaco.
Fiordelmondo ha richiamato l’attenzione sull’importanza di mantenere vivo un dibattito civile anche su tematiche controverse. Ha encouraggiato i cittadini a esprimere le loro opinioni in modo costruttivo, sottolineando che il confronto aperto deve distinguersi nettamente dall’incitamento alla violenza. “Jesi è una città intelligente, e speriamo di preservare questo dialogo in modo che non venga deturpato dalla violenza di chi cerca di alimentare l’odio”, ha dichiarato il primo cittadino.
La reazione della comunità e dell’Anpi
La forte condanna degli attacchi ricevuti dall’amministrazione comunale e dalla comunità islamica è giunta anche dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Jesi. La presidente Rosalba Cesini ha ribadito i valori fondamentali della Costituzione italiana, che garantisce la libertà religiosa a tutte le confessioni, ribadendo che chi non si allinea a questi principi mostra atteggiamenti di intolleranza e odio.
Cesini ha esortato la comunità a isolare culturalmente chi esprime minacce di violenza. La sua dichiarazione rappresenta un invito a tutti i cittadini a unirsi contro le posizioni estremiste, richiamando alla memoria la storia del popolo italiano, che ha affrontato e superato simili ideologie nel passato. Le parole della presidente trasmettono un messaggio chiaro: l’unità e la solidarietà sono essenziali per superare le divisioni e promuovere il rispetto tra diverse culture e fedi.
La situazione a Jesi mette in luce le sfide attuali legate alla diversità e al pluralismo culturale. La comunità è chiamata ad affrontare il tema con maturità , per garantire un futuro di pace e comprensione tra i suoi membri.