In un’atmosfera di commemorazione e con una forte enfasi su valori patriottici, Kim Jong-un ha partecipato a una cerimonia al cimitero di Pyongyang per segnare il 71° anniversario dell’armistizio di Panmunjeom, che ha messo fine alla guerra di Corea nel 1953. Circondato da veterani, funzionari e giovani cittadini, il leader nordcoreano ha ribadito la narrazione ufficiale che celebra questo evento come una vittoria per la Corea del Nord.
Cerimonia al cimitero di Pyongyang
Un momento di unione tra generazioni
Venerdì, Kim Jong-un ha presieduto una cerimonia solenne in un cimitero situato appena fuori da Pyongyang, dove sono sepolti molti dei soldati caduti durante il conflitto che ha segnato la penisola coreana tra il 1950 e il 1953. La cerimonia, trasmessa dalla televisione statale, ha visto la partecipazione di numerosi veterani di guerra che, nonostante gli anni, hanno mantenuto vivo lo spirito di un’epoca segnata da tensioni e conflitti.
Il cimitero è stato inaugurato in occasione del 60° anniversario dell’armistizio nel 2013 e da allora è diventato un simbolo della storia ufficiale della Corea del Nord. Durante l’evento, Kim ha invitato anche giovani della nuova generazione, sottolineando l’importanza di trasmettere i valori patriottici e di instillare un senso di appartenenza.
Il messaggio trasmesso dai media statali
La copertura mediatica del regime ha messo in rilievo la presenza di veterani e giovani, enfatizzando l’unità nazionale e l’importanza di celebrare la storia del Paese. La propaganda ha cercato di sfruttare questi eventi per rafforzare l’immagine di una nazione resiliente e determinata, focalizzandosi non solo sui ricordi del passato, ma anche sull’educazione delle giovani generazioni in chiave patriottica.
La narrazione della guerra di Corea
Il racconto ufficiale della Corea del Nord
La Corea del Nord continua a sostenere attivamente la narrazione secondo cui gli Stati Uniti sarebbero stati i responsabili dell’inizio della guerra di Corea e che la vittoria sarebbe stata appannaggio del regime di Pyongyang. Questa visione distorta degli eventi storici è parte integrante della retorica ufficiale e del culto della personalità che circonda la figura di Kim Jong-un e dei suoi predecessori.
In contrasto, storici e analisti al di fuori della Corea del Nord concordano nel definire il conflitto come un’invasione inizialmente da parte della Corea del Nord, sottolineando come la guerra si sia conclusa con un armistizio e non con un trattato di pace formale. Per questo motivo, tecnicamente, i due Paesi rimangono ancora in stato di guerra.
Incontri storici e speranze disattese
Uno dei momenti chiave della recente diplomazia intercoreana si è verificato nel 2018, quando Kim Jong-un ha incontrato il presidente sudcoreano Moon Jae-in nella zona demilitarizzata di Panmunjom. I due leader hanno firmato una storica dichiarazione di intenti per porre fine formalmente al conflitto e avviare un programma di denuclearizzazione. Tuttavia, a sei anni di distanza da quell’incontro, non ci sono stati progressi concreti verso questi obiettivi, lasciando il futuro delle relazioni intercoreane in una situazione incerta.
La celebrazione del 71° anniversario dell’armistizio di Panmunjeom continua, quindi, a rappresentare non solo un’opportunità per riflettere sul passato, ma anche un momento per osservare le speranze di pace che rimangono irrealizzate tra le due Coree.