La polemica esplode attorno all’ex ospedale San Camillo di Chieti, un immobile storicamente utilizzato per servizi sanitari e ora oggetto di un contenzioso tra l’Asl Lanciano Vasto Chieti e il Comune. Ricevendo un vincolo di funzione sanitaria che interrompe il processo di vendita al Ministero della Giustizia, si è alzato un coro di proteste da parte della direzione Asl, preoccupata delle ripercussioni su progetti di riqualificazione e sulle finanze pubbliche.
La delibera controversa
Nella seduta del Consiglio Comunale di Chieti, è stata approvata una variante urbanistica che stabilisce un vincolo di utilizzo sanitario per l’ex ospedale San Camillo. Tale decisione ha innescato una reazione immediata da parte della direzione Asl, che ha annunciato l’intenzione di ricorrere al Tar per impugnare questo provvedimento. Thomas Schael, il direttore generale della Asl, ha definito la situazione come un “danno grave” per l’azienda e la salute pubblica del capoluogo. La delibera si frappone alla già avviata trattativa per la vendita dell’immobile al Ministero della Giustizia per una cifra di 6,3 milioni di euro, con l’intento di trasformarlo nel nuovo palazzo di giustizia.
Le ragioni dell’Asl
Schael ha sottolineato che l’Asl non è stata consultata in merito a questa decisione. Prima della seduta, era stata inviata una nota dettagliata al Sindaco e al Presidente del Consiglio per ribadire l’importanza delle scelte condivise riguardo l’edilizia sanitaria nella città. L’Asl aveva previsto di destinare le risorse derivanti dalla vendita dell’ex ospedale a progetti di riqualificazione per l’attuale ospedale, trasformandolo in un Polo sanitario dedicato alla medicina territoriale. Questa alternativa era considerata cruciale per le necessità della comunità e per evitare sovraccarichi sulla struttura centrale della città.
L’ex ospedale San Camillo: storia e attuale stato
L’ex ospedale San Camillo è in disuso dal 2008. Le sue condizioni sono state deteriorate da atti vandalici e dal degrado inevitabile causato dal passare del tempo. Attualmente, l’immobile è inserito nel patrimonio da dismettere della Asl. Secondo la direzione della Asl, esso non è funzionale ai progetti di edilizia sanitaria già formalizzati, che erano stati comunicati all’Amministrazione comunale. A distanza di un anno e mezzo dalla presentazione pubblica del programma di investimenti, il vincolo ora imposto sul San Camillo appare in contrasto con le scelte precedentemente concordate.
La reazione della Asl e il futuro dell’immobile
Schael ha chiarito che il vincolo sanitario penalizza sia l’Asl che il Comune. L’operazione di vendita al Ministero sarebbe stata una chance per riportare in vita una struttura altrimenti destinata all’abbandono. La mancanza di investimenti per ripristinare l’immobile è un nodo cruciale; senza i fondi necessari, in nessun modo sarà possibile riportarlo in uso, né tanto meno attrarre un acquisto da parte di altri soggetti. Difendendo l’interesse pubblico, Schael ha espresso la sua leggera frustrazione in merito a decisioni che ostacolano la possibilità per il San Camillo di recuperare una funzionalità.
Il futuro dell’ex ospedale San Camillo resta incerto, con l’Asl pronta a impugnare la delibera e a cercare nuovi percorsi per evitare che una struttura storica resti in stato di abbandono.