La banda della marmotta: furti dei bancomat nel Canavese
markdown
L’attenzione del pubblico è rivolta a un gruppo di criminali noti come la “Banda della Marmotta”, che è diventata una vera e propria piaga per la sicurezza del Canavese. Con colpi sistematici ai bancomat, questa banda ha seminato paura tra i residenti e danneggiato notevolmente la problematicità dell’area. L’articolo esplora le modalità operativi della banda, le date significative degli attacchi e le prodrome di una sicurezza preoccupante.
Modus operandi della banda della marmotta
La denominazione della banda trae origine dalla loro particolare tecnica di assalto, basata sull’uso di un dispositivo noto come “marmotta”. Questo congegno, metallico e a forma di cono, è progettato per contenere fino a mezzo chilo di polvere da sparo. Una volta posizionato nel bancomat, i malviventi accendono la miccia e si mettono al riparo, evitando così il meccanismo di sicurezza che potrebbe macchiare le banconote con inchiostro. L’esplosione è preceduta da un fischio distintivo, creando una connessione tra il dispositivo e il nome della banda.
Il modus operandi della banda è caratterizzato da una pianificazione minuziosa. Gli aggressori, solitamente quattro individui, sono sempre incappucciati e talvolta mascherati. Dimostrano una padronanza del territorio notevole, mostrando una conoscenza approfondita delle vie di fuga e dei punti più vulnerabili da attaccare. Questa capacità di agire in modo coordinato rende ogni colpo sempre più audace e efficace, colpendo frequentemente negli orari notturni, in particolare tra martedì e mercoledì, quando la possibilità di interferenze è ridotta. Il loro approccio organizzato ha portato a un aumento allarmante della criminalità che sta interessando il territorio.
Attacchi significativi nel canavese
Varie date significative evidenziano l’intensificarsi delle attività criminali della “Banda della Marmotta”. Il 5 maggio 2024, la banda colpisce l’ufficio postale di San Maurizio Canavese, rubando circa 90.000 euro in contanti in un solo colpo. L’attacco avviene intorno alle 03:00, durante la tranquillità notturna, creando panico tra i cittadini al risveglio.
Il 3 luglio, i ladri si dirigono a Barbania, facendo esplodere un altro bancomat in via Drovetti, generando un’onda di caos e scompiglio anche in questo caso. Anche se la somma rubata non è stata rivelata, è evidente che la modalità di attacco rimane costante e imprevedibile.
Un altro episodio di rilevanza si registra il 13 luglio a Strambino, dove il bancomat della BiverBanca viene fatto saltare in aria. Questo colpo segue un attacco precedente dello stesso gruppo, segnalando una ripetizione della loro audacia in zone già vulnerabili.
Il picco di attacchi si verifica il 30 e 31 luglio a Ciriè, dove i criminali riescono a portare via 25.000 euro dopo un’esplosione notturna in via Vittorio Emanuele. Recenti eventi, come quello dell’11 settembre a Rivarossa, evidenziano un cambiamento nella fortuna della banda; qui, la cassa del bancomat resiste all’esplosione, costringendo i ladri a ritirarsi senza bottino. Sebbene il colpo sia fallito, i danni strutturali alla banca e alle aree circostanti rimangono evidenti, testimoniando la violenza e l’impatto di questi attacchi.
L’ampiezza del problema
L’attività della “Banda della Marmotta” non si limita solamente al Canavese. Le statistiche indicano che, nel corso del 2024, sono più di venti i colpi, riusciti o tentati, registrati nell’ex provincia di Torino. Questo aumento preoccupante delle rapine ai bancomat ha allertato le autorità e messo in discussione l’efficacia delle misure di sicurezza attuate dalle istituzioni bancarie.
Le banche, pur adottando protocolli più rigidi per garantire la sicurezza, si trovano a fronteggiare una minaccia sempre più sofisticata e pericolosa. La qualità delle interazioni con i residenti ha subito un declassamento significativo, facendo emergere il bisogno di potenziare la protezione dei bancomat e delle altre infrastrutture. Le ripercussioni non sono solo materiali; la psiche della comunità viene intaccata dall’incertezza e dalla paura.
Nel complesso, la “Banda della Marmotta” rappresenta un caso emblematico delle sfide di sicurezza contemporanee, richiedendo un intervento coordinato per salvaguardare il benessere delle comunità locali e ripristinare un clima di fiducia tra i cittadini.