Eleonora Coletta, avvocata di Taranto e presidente del comitato vittime Covid Moscati, sta affrontando una doppia perdita: il marito e il padre, entrambi deceduti a causa del Covid-19. Nonostante ciò, Coletta insiste che le morti siano state causate da malasanità piuttosto che dalla malattia stessa. Ora, si trova coinvolta in un procedimento penale e in una causa civile contro la Azienda Sanitaria Locale che, secondo lei, presenta connotazioni sessiste, legate alle domande personali che le sono state rivolte.
Accuse di malasanità e la visione di Eleonora Coletta
Eleonora Coletta attribuisce al sistema sanitario la responsabilità per la morte dei suoi familiari. Non accetta l’etichetta di “decesso per Covid“, desiderando piuttosto che venga riconosciuto che dietro le tragedie familiari ci siano malpratiche mediche. Per Coletta, questo è un tema di profondo impegno personale che coincide con la sua professione di avvocato. Negli scorsi mesi, ha iniziato una battaglia legale per portare alla luce quelle che considera mancanze gravi da parte delle strutture sanitarie. Queste accuse di malasanità non riguardano solo le cure fornite ai suoi parenti, ma si estendono anche a un più ampio contesto di gestione dei pazienti durante la pandemia, che ha colpito la società italiana.
Il suo ruolo come avvocato, unito alla sua esperienza personale, l’ha spinta a diventare un’attivista per i diritti dei parenti delle vittime di Covid. La Coletta denuncia la mancanza di rispetto e le carenze nei protocolli che, a suo avviso, hanno contribuito a un numero eccessivo di decessi. La sua iniziativa si incrocia con la broader concern di molti cittadini, esasperati dalle circostanze che hanno circondato la tragedia sanitaria degli ultimi anni. La sua difesa non è solo per i suoi cari, ma per tutte le famiglie che hanno sofferto simili perdite e che si trovano a dover combattere un sistema che riconosce poco o nulla del loro dolore.
Aspetti controversi della causa civile
La causa civile proposta da Coletta contro l’ASL ha sollevato indignazione per le domande considerate sessiste che le sono state poste. Durante il procedimento, le è stato chiesto se avesse avuto relazioni extra coniugali e se avesse condotto una vita separata da quella del marito. Queste rappresentano attacchi personali che Coletta definisce inaccettabili e che minano la sua dignità e la sua immagine. Domande del genere non solo mettono in discussione la sua integrità come persona, ma riflettono anche una mentalità retrograda che affligge la società.
Eleonora ha espresso la sua costernazione per il tipo di interrogatori a cui è stata sottoposta, accentuando il fatto che simili questioni non sarebbero mai state fatte a un uomo nella sua situazione. Le domande sul suo stato personale sono strumentali e la fanno sentire come se la tragedia che ha vissuto fosse stata in qualche modo influenzata dalla sua vita privata. La Coletta ha sottolineato che la rivalità di genere è palpabile in questo caso, richiamando l’attenzione su come le vittime femminili siano spesso soggette a attenzioni improprie relative alla loro condotta piuttosto che sulla sostanza della causa.
Implicazioni legali e sociali
La vertenza legale di Eleonora Coletta non è solo un caso isolato. Si colloca in un contesto più ampio di attivismo sociale e giuridico. Coletta sta cercando di portare alla luce i problemi di malasanità, ma anche il modo in cui il sistema giudiziario può riprodurre discriminazioni basate sul genere. La sua battaglia è emblematica di come le donne affrontino dinamiche che, spesso, le mettono in una posizione svantaggiata.
Mentre il caso avanza, l’attenzione si concentra su tematiche rilevanti come il rispetto delle vittime e la necessità di una revisione critica delle pratiche legali. Le domande fatte a Coletta possono servire come esempio di come le giustificazioni e le difese in ambito legale possano travisare la realtà e colpire direttamente le persone che portano avanti le loro lotte. La comunità legale e la società civile regionale sono ora chiamate a riflettere sulle implicazioni più ampie di casi come quello di Coletta e sull’importanza di garantire un ambiente giuridico equo e rispettoso, che non aggiunga ulteriori traumi a coloro che già stanno affrontando sfide immense.