La battaglia per la riserva naturale di roseto degli abruzzi: sfide e sviluppi recenti

La Riserva Naturale di Roseto degli Abruzzi, ridotta del 98%, è al centro di una mobilitazione popolare e politica per ripristinare i confini originali e garantire la protezione dell’ecosistema locale.
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La battaglia per la riserva naturale di roseto degli abruzzi: sfide e sviluppi recenti - Gaeta.it

La questione della Riserva Naturale di Roseto degli Abruzzi continua a suscitare forti reazioni a livello regionale e nazionale, a distanza di quasi dieci mesi dall’approvazione di un emendamento che ha drasticamente ridotto i confini dell’area protetta. Con un taglio del 98%, la Riserva è passata da 1.148 ettari a soli 24. Questo provvedimento ha scatenato una mobilitazione senza precedenti, coinvolgendo oltre 250 organizzazioni tra ambientalisti, sindacati e movimenti politici. Il tema è ora al centro del dibattito politico e sociale, con l’obiettivo di ripristinare i confini originali e garantire una migliore gestione dell’area.

Le proteste e la mobilitazione di molti

Da quando il Consiglio regionale ha approvato la legge che ha ridotto la dimensione della Riserva, si è assistito a un crescente dissenso tra i cittadini e le organizzazioni ambientaliste. Oltre 32.000 firme sono state raccolte in una petizione che chiede il ritorno ai confini originali dell’area protetta. La mobilitazione ha visto anche un’ampia partecipazione a manifestazioni locali e la formulazione di atti ufficiali da parte del Comune di Roseto degli Abruzzi. Le diverse realtà coinvolte hanno fatto sentire la propria voce, chiedendo un ripristino delle misure di protezione dell’ecosistema della Riserva, cruciale per la biodiversità locale.

Particolarmente significativa è stata la ribellione popolare che ha attirato l’attenzione dei media nazionali, conferendo un peso maggiore alla questione. La pressione sociale ha spinto anche il Governo nazionale a intervenire, richiedendo che venisse impugnata la legge regionale di fronte alla Corte Costituzionale. Tuttavia, il tentativo di impugnativa per adesso non ha avuto seguito, con il Presidente Marco Marsilio che ha assicurato il ripristino dei confini in una dichiarazione del marzo 2024.

Lo stallo per l’approvazione del piano di assetto naturalistico

Un’impasse si è creata con il Piano di Assetto Naturalistico , atteso da circa vent’anni e fondamentale per la gestione della Riserva. L’approvazione del piano si è ulteriormente allungata, e nel mese di settembre il Presidente nazionale del WWF Italia, Luciano Di Tizio, ha sollevato l’allerta riguardo al ritardo nelle pratiche promesse da Marsilio. La copertura mediatica e l’interesse pubblico sull’argomento sono in aumento, mentre i mesi scorrono senza che si registrino sviluppi concreti.

Il 3 ottobre, un’importante riunione della Commissione del Consiglio Regionale per il ‘Territorio, Ambiente e Infrastrutture’ è stata convocata per esaminare due proposte di legge. Da un lato c’è il progetto della Giunta, che non ripristina i confini originari, proponendo invece un sistema di tutela urbanistica che include la nomina di una nuova Commissione. Dall’altra parte, le opposizioni spingono per il ritorno ai confini originali, sostenendo che la mancanza di chiarezza e le misure confusionarie possano peggiorare la situazione.

Le aspettative delle associazioni ambientali

Le associazioni ambientaliste coinvolte nella questione, primo tra tutti il WWF, attendono con interesse di essere ascoltate durante le audizioni collegate alle proposte di legge. Questo approccio è in netto contrasto con il modo in cui si è svolto il processo in precedenza, in particolare con il blitz notturno avvenuto a dicembre. I rappresentanti delle associazioni hanno espresso chiaramente la loro richiesta: tornare ai 1.148 ettari originari della Riserva e approvare finalmente il PAN.

Filomena Ricci, Delegata regionale del WWF Abruzzo, e Marco Borgatti, Presidente delle Guide del Borsacchio, hanno ribadito l’assenza di motivazioni scientifiche appropriate dietro il taglio della Riserva, evidenziando come la mancanza di una programmazione efficace e di investimenti adeguati abbia compromesso il futuro dell’area. Lo stallo attuale riguarda non solo le questioni di gestione, ma anche la promozione della Riserva, ora conosciuta prevalentemente grazie all’impegno dei volontari.

Il Consiglio comunale di Roseto degli Abruzzi ha quindi votato all’unanimità il 13 settembre scorso per sollecitare un rapido ritorno ai confini originari, sostenendo così le ragioni delle associazioni che si battono per la salvaguardia dell’ecologia locale. Con il panorama politico e sociale in continua evoluzione, l’attenzione sulla Riserva resta alta, e le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive per il futuro dell’area.

Ultimo aggiornamento il 28 Settembre 2024 da Elisabetta Cina

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