La bellezza dell’ottocento: la scultura di Lorenzo Bartolini in mostra alla Fondazione Rovati di Milano

La Fondazione Rovati di Milano inaugura il 16 febbraio la mostra “Il volto e l’allegoria”, dedicata a Lorenzo Bartolini, scultore del XIX secolo. L’esposizione presenta opere emblematiche come il ritratto di Carlotta Barbolani e “La carità”, esplorando temi di bellezza e responsabilità sociale. La mostra crea un dialogo tra arte storica e contemporanea, includendo opere…
La Bellezza Dellottocento La La Bellezza Dellottocento La
La bellezza dell'ottocento: la scultura di Lorenzo Bartolini in mostra alla Fondazione Rovati di Milano - Gaeta.it

La Fondazione Rovati di Milano si prepara a dare il via a un’importante esposizione dedicata alla scultura del XIX secolo, focalizzandosi sull’opera di Lorenzo Bartolini, artista innovativo che ha legato il suo nome alla grande tradizione scultorea europea. La mostra, intitolata “Il volto e l’allegoria“, sarà aperta al pubblico dal 16 febbraio e offre una riflessione sontuosa sul purismo e sull’arte sociale del periodo, valorizzando due opere significative del maestro toscano.

Lorenzo Bartolini: radici e filosofia artistica

Lorenzo Bartolini è uno dei più incisivi scultori otto- e novecenteschi, la cui carriera è stata influenzata da maestri come Jacques-Louis David e Jean-Auguste-Dominique Ingres durante la sua formazione a Parigi. Crescendo in un ambiente dinamico, Bartolini sviluppò una visione artistica peculiare, fortemente legata al concetto di bellezza intesa non come ideale astratto, ma come riflesso della realtà e della vita quotidiana. Questo approccio lo distinse dai contemporanei, come Antonio Canova, i cui lavori tendevano a idealizzare i soggetti attraverso l’influenza della classicità.

Tornato in Toscana, l’artista ricevette il supporto del regime napoleonico, che lo portò a essere nominato direttore dell’Accademia di Carrara, un riconoscimento significativo per il suo ruolo nello sviluppo dell’arte nella regione. Le sue opere non solo rappresentano figure storiche o mitologiche, ma catturano anche l’essenza di persone reali. Non a caso, il suo atelier era un punto d’incontro culturale, dove si riunivano intellettuali, artisti e personalità di spicco, come Gioachino Rossini e Franz Liszt, che si sottoposero a ritratti che rivelano la loro personalità attraverso dettagli evidenti.

Bartolini credeva fermamente che “tutto ha il suo bello“, un concetto che lo portò a ritrarre soggetti non convenzionali, compresi quelli che a prima vista potevano sembrare imperfetti o insoliti, come un gobbo, portando così i suoi allievi a esplorare nuove dimensioni della bellezza. La sua ricerca del reale ha risuonato attraverso il suo lavoro e continua a esercitare un fascino particolare sull’arte contemporanea.

Scultura e allegoria: l’esposizione “Il volto e l’allegoria”

La mostra “Il volto e l’allegoria” si articola attorno a due opere emblematiche della produzione di Bartolini: il ritratto di Carlotta Barbolani di Montauto, conservato agli Uffizi, e “La carità“, un’opera che si erge come monumento domestico collocato nella sala dell’Iliade a Palazzo Pitti. Questi pezzi non sono solo simboli della maestria scultorea di Bartolini, ma anche riflessi di un’epoca, quella della restaurazione, in cui la società fiorentina era caratterizzata da forti differenze sociali.

“La carità” è un’opera che incarna il valore educativo e sociale, raffigurando una donna con i capelli sciolti, intenta ad allattare un bambino mentre invita l’altro a studiare. Questo gesto semplice ma profondamente significativo trasmette un messaggio di educazione e responsabilità sociale. La sala dedicata alla Carità educatrice presenta un calco in gesso del volto della madre e un’analisi comparativa con la Madonna del Granduca di Raffaello, progettata da Antonio Meucci, che serve a evidenziare le analogie iconografiche e culturali fra i due artisti.

Parallelamente, lo Spazio Bianco dell’esposizione si concentra sui ritratti, mostrando una varietà di busti in marmo e gesso, ricchi di dettagli che rivelano le complessità delle acconciature femminili e la distinzione sociale dell’epoca. Questi ritratti, frutto di rapporti personali e artistici, non solo documentano il periodo storico ma offrono anche uno sguardo sulle dinamiche sociali.

L’arte contemporanea in dialogo con il passato

La Fondazione Rovati non si limita a esporre opere storiche, ma invita anche a una riflessione più ampia sull’arte contemporanea, creando dei dialoghi tra il passato e il presente. Nella stessa sede, infatti, si trovano anche opere di artisti moderni come Andy Warhol e Lucio Fontana, che coesistono con reperti etruschi, formando una connessione visiva e concettuale tra epoche diverse.

La mostra include anche un’opera contemporanea commissionata all’artista Sergio Roger, che si è ispirato a Bartolini con una testa di Dioniso realizzata in lino antico. Questo pezzo contemporaneo non solo evidenzia l’eredità artistica di Bartolini, ma suggerisce anche come la sua idea di bellezza e di rappresentazione possa continuare a influenzare le generazioni future di artisti.

Grazie all’attenta curatela di Carlo Sisi, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, la Fondazione Rovati riesce a proporre non solo una retrospettiva storica, ma anche una rielaborazione creativa e contemporanea del patrimonio artistico, in grado di affascinare e ispirare il pubblico di oggi.

Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2024 da Donatella Ercolano

Google News Subscription Box
Seguici su Google News
Resta aggiornato con le ultime notizie 📰
Seguici ora!
Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gestione cookie