La recente approvazione di una legge bulgara che proibisce la “propaganda” Lgbtq+ nelle scuole ha suscitato una forte reazione da parte delle organizzazioni per i diritti umani in tutta Europa. Questo provvedimento, ispirato a leggi simili in Russia, è visto come un attacco diretto ai valori fondamentali dell’Unione Europea, spingendo i gruppi per i diritti civili a chiedere un intervento della Commissione europea.
l’atto legislativo bulgaro
Descrizione della legge
La legge varia in modo sostanziale rispetto alla normativa sull’istruzione esistente. Essa rende illegale la “promozione” di qualsiasi idea o opinione riguardante l’orientamento sessuale non tradizionale o l’identità di genere non conforme a quella biologica. In questo modo, il Parlamento bulgaro ha cercato di incapsulare una definizione di normatività basata su concetti di attrazione romantica esclusivamente eterosessuale. Tale disegno di legge è stato presentato dal partito di estrema destra Vazrazhdane, il quale ha collaborato con altri gruppi politici nel Parlamento.
Votazione e approvazione
La legge è stata approvata con una larga maggioranza: 159 voti favorevoli, 22 contrari e 12 astensioni. Un elemento sorprendente è stato il supporto da parte di forze politiche tipicamente centrist, come il partito Gerb e il partito socialista Bsp, che storicamente si sono distaccati dalle posizioni più estreme della destra. Il presidente bulgaro Rumen Radev ha poi promulgato la legge, ignorando le crescenti richieste di veto da parte della società civile e delle organizzazioni non governative.
reazioni dell’unione europea
L’appello della Commissione Europea
Dopo l’approvazione della legge, sono emersi numerosi appelli da parte delle organizzazioni per i diritti umani per un’azione da parte della Commissione europea. In un comunicato, un portavoce della Commissione ha confermato che la Commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli, ha contattato il ministro bulgaro dell’Istruzione, Galin Tsokov, richiedendo ulteriori dettagli sulla legge. L’analisi della legislazione bulgara in relazione al diritto dell’Unione Europea è ora sotto osservazione, sebbene non siano state fornite tempistiche specifiche per eventuali azioni.
Critiche all’impatto sui diritti Lgbtq+
Numerose organizzazioni, tra cui l’ong Ilga-Europe e il gruppo Forbidden Colours, hanno denunciato la legge come un evidente passo indietro nei diritti Lgbtq+ e nei principi fondamentali della dignità umana. Chaber, direttore esecutivo di Ilga, ha sottolineato che il provvedimento si basa su valori contrari a quelli praticati in Europa e che esclude le persone Lgbtq+ creando un contesto di paura e stigma sociale. L’appello alla Commissione è per una valutazione della compatibilità della legislazione bulgara con il diritto europeo.
il contesto geopolitico
Parallelismi con la legge russa
Le similitudini tra la nuova normativa bulgara e quella russa del 2013, che proibisce la “propaganda gay”, sono state evidenziate da molti osservatori e attivisti. Bouny, un esperto in diritti umani, ha confermato come la Bulgaria stia seguendo un modello simile a quello della Russia, mirando a criminalizzare la discussione e l’educazione riguardante l’Lgbtq+ nei contesti pubblici e scolastici. Questa legge bulgara, quindi, non solo limita i diritti civili ma rischia anche di favorire un clima di intolleranza all’interno della società .
Ritorsioni e relazioni con l’Unione Europea
Le ripercussioni di questa legge potrebbero compromettere ulteriormente i già fragili rapporti tra l’Unione Europea e la Bulgaria, giunta in un periodo di crisi politica e instabilità . L’Unione ha già stoppato fondi significativi all’Ungheria per questioni di diritti, e un’eventuale azione simile contro Sofia non è da escludere. Con il paese in procinto di affrontare nuove elezioni, i partiti politici potrebbero cercare di capitalizzare su temi legati a valori nazionali e sovranisti, a scapito dei diritti delle minoranze.
la situazione politica bulgara
Paralisi politica e sfide elettorali
La Bulgaria sta attualmente affrontando una crisi politica, con elezioni inconcludenti che hanno portato a un governo instabile. Questa legge anti-Lgbtq+ potrebbe servire anche come strumento elettorale per mobilitare il consenso popolare in vista di nuove votazioni previste. Il panorama politico è ulteriormente complicato dalla necessità di ottenere supporto da partiti che hanno sostenuto la legislazione, sollevando interrogativi su come il governo possa fare i conti con le pressioni dell’Unione e la crescente opposizione interna.
Osservazioni finali sulle conseguenze
Le richieste di congelare i fondi europei destinati alla Bulgaria, specialmente in ambito educativo e culturale, rappresentano un altro aspetto cruciale del dibattito. Se la Commissione Europea decidesse di implementare misure simili a quelle adottate contro l’Ungheria, ciò potrebbe influenzare negativamente la posizione economica e sociale della Bulgaria nel contesto europeo.
Con le tensioni tra valori europei e politiche nazionali sempre più in evidenza, il futuro della Bulgaria e il suo rapporto con l’Unione Europea diventeranno temi di rilevanza crescente nei prossimi mesi.