La recente approvazione da parte della Camera dei Deputati dell’articolo 18 del Ddl Sicurezza ha scosso il settore della canapa industriale in Italia. Questo provvedimento, che ha visto 157 voti favorevoli e 109 contrari, rappresenta un momento critico per una filiera in forte crescita, spesso associata all’innovazione e alla sostenibilità . Con il divieto di coltivazione, lavorazione e vendita delle infiorescenze di canapa e dei relativi prodotti derivati, il mercato italiano rischia di subire un durissimo colpo economico e occupazionale.
L’impatto della legge sulla filiera della canapa
Una filiera in crescita
La canapa industriale ha guadagnato terreno negli ultimi anni, attestandosi come uno dei settori più promettenti dell’agroindustria italiana. Con un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro, la filiera della canapa coinvolge oltre 10.000 posti di lavoro distribuiti in Italia. Settori come la cosmetica, l’erboristeria, la bioedilizia, il florovivaismo e il tessile ne beneficiano, portando innovazione e sostenibilità .
I rischi di un divieto totale
La decisione della Camera potrebbe portare alla chiusura di migliaia di imprese e compromettere gravemente l’export, in un mercato europeo che vale oltre 2 miliardi di euro. Le conseguenze non sarebbero limitate ai lavoratori della canapa, ma si estenderebbero a tutta la catena produttiva. Questo blocco legislativo rappresenta non solo una minaccia economica, ma anche un’opportunità persa per l’Italia di continuare a distinguersi nel panorama internazionale per la sua capacità di innovare e valorizzare le risorse naturali.
Le reazioni del settore e le prospettive future
Il grido d’allerta degli agricoltori
Sotto la guida del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, il settore della canapa sta lanciando un appello affinché non venga abbandonata la lotta per la salvaguardia di questa filiera. Fini ha sottolineato che il percorso legislativo non è ancora giunto al termine e ha espresso la volontà di continuare a confrontarsi con i parlamentari e le associazioni di categoria per ottenere un risultato più favorevole al Senato.
Necessità di un dialogo con le istituzioni
Un altro punto critico evidenziato da Fini è la richiesta di un Tavolo di filiera presso il Ministero dell’Agricoltura. Tale tavolo sarebbe fondamentale per avviare un confronto costruttivo e garantire un quadro normativo che possa favorire lo sviluppo della canapa industriale. Fini ha ribadito l’urgenza di una discussione approfondita per evitare l’adozione di misure che, oltre a penalizzare gli agricoltori, potrebbero avere impatti diretti sulla qualità e sulla competitività del Made in Italy.
La questione legale e le sentenze recenti
La recente sentenza del TAR del Lazio
Durante il dibattito sulla legge, il TAR del Lazio ha emesso una sentenza significativa, sospendendo un decreto del Ministero della Salute relativo alle composizioni orali contenenti cannabidiolo , che erano state incluse nella lista delle sostanze stupefacenti. Questa decisione potrebbe creare un precedente importante e influire sul dibattito politico riguardante la legislazione sulla canapa.
Le conseguenze sui diritti degli agricoltori
Il nuovo provvedimento, se non fermato, impone agli agricoltori di affrontare un lungo e costoso percorso giuridico per tutelare i propri diritti, in base alle normative comunitarie. La preoccupazione è che, oltre a entrare in conflitto con le leggi europee, questa legge non garantisca alcuna protezione agli operatori del settore, costringendoli a lottare per mantenere in vita le loro attività .
La battaglia per la salvaguardia della canapa industriale italiana continua, mentre il settore attende con trepidazione l’evoluzione della situazione legislativa al Senato. Le prossime settimane saranno decisive per il futuro di una filiera considerata strategica per l’economia sostenibile del paese.
Ultimo aggiornamento il 13 Settembre 2024 da Armando Proietti