La camera dei deputati del Cile ha varato un provvedimento che impone test antidroga per chi aspira a incarichi pubblici, compresi il presidente della Repubblica e i ministri. La misura, approvata con larga maggioranza, introduce controlli rigidi per limare la presenza di dipendenze da sostanze nelle cariche pubbliche. Il provvedimento punta anche alla trasparenza, rendendo pubblici i risultati. La legge è in fase finale di discussione e potrebbe entrare in vigore prima delle elezioni presidenziali di novembre 2025.
La legge che impone test antidroga per il presidente e i ministri
Per la prima volta, in Cile saranno obbligati a sottoporsi a test antidroga non solo i parlamentari e altri funzionari, ma anche il presidente della Repubblica e i ministri. Questa novità rappresenta un punto di svolta nella gestione della politica cilena, dove finora la normativa non contemplava esami per le cariche più alte dello Stato. Il progetto è passato con 99 voti favorevoli, 2 contrari e 12 astensioni. Lo scopo è impedire a chi ha dipendenze di accedere a ruoli chiave, proteggendo così la credibilità delle istituzioni. Il provvedimento obbliga inoltre candidati a cariche elettive, sottosegretari e posizioni di rilievo a superare questi test prima di assumere cariche pubbliche.
Gli standard dei test e la trasparenza sui risultati
Il disegno di legge definisce come devono essere effettuati i test antidroga: si useranno analisi tossicologiche dei capelli conformi a standard internazionali. Questa scelta permette di accertare un uso di sostanze nel medio-lungo termine, non solo un consumo recente. Il progetto impone a parlamentari, governatori e sindaci di effettuare almeno un controllo all’anno, con obbligo di pubblicità dei risultati. La trasparenza punta a rafforzare la fiducia tra cittadini e istituzioni, assicurando controlli continui e verificabili. Al momento non erano previsti obblighi simili per i vertici del governo, ma la nuova legge colma questa lacuna.
Iter parlamentare e tempistiche di approvazione
Dopo il voto in aula alla Camera, il testo tornerà alla commissione di Governo Interno per alcune modifiche suggerite dal dibattito parlamentare. La discussione proseguirà con urgenza: le autorità vogliono che la legge venga approvata entro l’autunno, prima delle elezioni presidenziali di novembre. Già dal 2022 è in vigore una normativa che impone test antidroga casuali per i deputati, con risultati trasmessi volontariamente alla Camera. La nuova legge estende e rende più stringenti questi controlli, e introduce sanzioni per chi rifiuta di sottoporsi agli esami. Il passaggio di questa normativa indica una svolta nella regolamentazione pubblica antidroga in Cile.
Le disposizioni attuali e le novità introdotte dal progetto
Secondo la legge attuale, i deputati possono essere sottoposti a test casuali a discrezione delle autorità , e i risultati devono essere comunicati volontariamente. Chi si rifiuta di fare i controlli può incorrere in sanzioni disciplinari da parte della Commissione di etica. Per gli altri funzionari di alto livello, la legge autorizza controlli non programmati, ma non impone obblighi per il presidente o i ministri. Il nuovo testo mira a colmare questa lacuna, estendendo a tutta la classe politica, senza eccezioni, l’obbligo di dimostrare di non avere problemi di tossicodipendenza. L’introduzione di controlli sistematici per tutte le cariche pubbliche di peso è una novità nel quadro normativo cileno.
La portata della legge nel contesto della politica cilena
Questo provvedimento arriva in un momento di particolare attenzione dell’opinione pubblica cilena verso la trasparenza e l’affidabilità dei rappresentanti istituzionali. Il controllo antidroga esteso a tutti i candidati e governi rappresenta un tentativo concreto di prevenire situazioni di abuso o dipendenza, tutelando la solidità della classe dirigente. La pubblicazione dei risultati serve anche a far conoscere ai cittadini lo stato di salute delle istituzioni, aumentandone la responsabilità . Il fatto che siano inclusi i più alti rappresentanti del governo è un segnale chiaro: nessuno è escluso dai controlli. A partire dal novembre 2025, potrebbe cambiare davvero il volto della politica cilena.