Il tema del femminicidio rappresenta una delle sfide più urgenti e drammatiche della nostra società. Oggi, 18 agosto, ha preso il via da Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone, “La camminata per la vita”, un’iniziativa voluta dal gruppo “Chei del moss”. Questo evento ha come obiettivo primario quello di sensibilizzare la comunità riflettendo su un problema che purtroppo appare in crescita: la violenza di genere. In un percorso che attraversa il Friuli occidentale, si ricorderanno le vite spezzate di donne vittime di violenza, portando alla luce storie che non devono essere dimenticate.
Cuore pulsante della marcia: Roveredo in Piano e la memoria di Aurelia Laurenti
La partenza della camminata da Roveredo in Piano ha un significato profondo. Qui, oggi, si onora la memoria di Aurelia Laurenti, tragicamente uccisa nel 2020. Un delitto efferato, avvenuto per mano del compagno, che ha lasciato una ferita profonda nella comunità locale. La scelta di partire da questo luogo non è casuale; rappresenta un’appello collettivo a fermare la spirale di violenza che affligge molte donne.
Ogni tappa della camminata fungerà da momento di riflessione e commemorazione. In questa prima giornata, i partecipanti sono invitati a raccogliere informazioni presso gazebo allestiti lungo il percorso, dove saranno disponibili anche materiali illustrativi sul tema della violenza di genere. Inoltre, si stanno raccogliendo fondi per il centro antiviolenza Voce Donna, una risorsa fondamentale per le donne che hanno subito violenza e cercano aiuto e sostegno.
L’evento si propone di non solo ricordare le vittime, ma anche di dare voce a chi vive una condizione di paura e isolamento. La camminata rappresenta dunque una manifestazione di solidarietà e di unione, un modo per trasformare il dolore in consapevolezza.
Il cammino del ricordo: tappa dopo tappa nel Friuli occidentale
Dopo Roveredo in Piano, la marcia proseguirà verso Spilimbergo. La tappa di domani sarà dedicata a Michela Baldo, uccisa nel 2016 dall’ex fidanzato. Questo tragico episodio sottolinea nuovamente l’urgenza del tema, facendo emergere la necessità di educare la società a riconoscere e prevenire la violenza, abbandonando una cultura di silenzi e omertà.
Il percorso toccherà anche Barcis e Aviano, due località che hanno visto la perdita di Giulia Cecchettin, i cui resti sono stati scoperti lo scorso novembre. Le storie di queste donne non devono essere archiviate nel dimenticatoio; ogni tappa porterà con sé il ricordo delle loro vite, un modo per mantenere viva la memoria e combattere affinché tali episodi non si ripetano.
E non mancherà neppure un passaggio a Fontanafredda, dove Gabriella Salvador, nel 1995, ha trovato la morte per mano dell’uomo che amava. La camminata si chiuderà a Caneva il 18 agosto in memoria di Elenia Breda, uccisa dal marito nel 2000. Ogni singolo passo del gruppo rappresenterà una domanda alla società: come possiamo fermare la violenza?
Un messaggio di speranza e cambiamento: solidarietà nella lotta contro la violenza
“La camminata per la vita” è molto più di una semplice marcia. Si tratta di un movimento di speranza e resistenza, un segnale forte contro l’indifferenza. Con l’allestimento di gazebo informativi lungo il percorso, i partecipanti non solo piangeranno le vittime, ma si adopereranno anche per raccogliere fondi destinati a garantire un supporto concreto alle donne vittime di violenza.
L’iniziativa è volta a creare consapevolezza e mentre il gruppo si muove da un luogo all’altro, l’obiettivo è quello di unire le comunità attorno a un messaggio di solidarietà e cambiare la narrazione legata a questo tema. L’invito è aperto a tutti; partecipare significa essere parte attiva di una lotta che coinvolge l’intera società, affinché insieme sia possibile costruire un futuro senza violenza.
Con “La camminata per la vita”, il Friuli occidentale lancia un appello chiaro: non è più tempo di restare in silenzio.