La notizia del Natale 2024 in Ucraina non è quella di una semplice festività, ma un potente simbolo di resistenza e speranza. Nonostante i bombardamenti russi che continuano a imperversare, la Cattedrale latina di Kharkiv ha fatto da sfondo a una celebrazione ricca di significato, con il nunzio apostolico in Ucraina, Visvaldas Kulbokas, e il cardinale Konrad Krajewski uniti in preghiera. Questa situazione riflette la forza della fede e la determinazione del popolo ucraino di mantenere viva la tradizione natalizia, anche nelle avversità.
Una celebrazione sotto le bombe
Le celebrazioni natalizie a Kharkiv si sono svolte in un contesto di attacchi incessanti, con missili e droni che hanno colpito vicinanze della cattedrale. Tuttavia, questo non ha impedito ai fedeli di unirsi nella celebrazione della Messa della Notte di Natale, dove il nunzio apostolico ha sottolineato come “la luce del Natale” emerga con forza in tempi di crisi. Ha affermato che “la luce di Gesù Cristo” non solo illumina, ma rappresenta anche una presenza tangibile nel mezzo delle devastazioni causate dalla guerra. Questo messaggio di speranza è centrale per i molti che, malgrado le difficoltà quotidiane, trovano conforto nella fede.
Kulbokas ha condiviso quanto questi eventi risuonino particolarmente in un contesto di guerra, evocando le parole del profeta Isaia sulla luce che brilla nelle tenebre. Inoltre, ha evidenziato la presenza dei vescovi di Kharkiv e di rappresentanti delle diverse tradizioni religiose della città, dimostrando come la comunità rimanga unita nella preghiera e nell’amore verso il prossimo, al di là delle divisioni.
La comunione tra tradizione e solidarietà
Il Natale rappresenta non solo una festa di gioia, ma anche un momento di comunicazione e unione. Grazie alla celebrazione unita tra la Chiesa greco-cattolica e la Chiesa ortodossa, si è evidenziato il desiderio di pace e collegialità. La partecipazione di numerosi rappresentanti della comunità, incluso il sindaco di Kharkiv e vari leader religiosi, illustra un chiaro messaggio di solidarietà. Ogni presenza alle cerimonie questo Natale ha dimostrato che, sebbene le difficoltà siano enormi, la comunità si fa forte anche nel dolore, rimanendo saldamente ancorata alle proprie tradizioni.
La Messa e la successiva Divina liturgia, svoltasi nonostante i bombardamenti, è stata un segnale di resistenza. Kulbokas ha sottolineato come i bambini abbiano partecipato con gioia, intento a formare la loro identità spirituale in un periodo così turbolento. La presenza di tanti giovani, desiderosi di ascoltare e imparare, riflette una generazione che cerca speranza e sicurezza in una situazione di incertezza.
Pregare per la pace: il messaggio finale
Ogni celebrazione, culminata con momenti di condivisione e agape, ha sottolineato l’importanza della preghiera per la pace. Il nunzio apostolico ha ultimato i momenti liturgici sottolineando come la missione di ciascuno sia quella di mantenere viva la fede, invocando la benedizione di Gesù anche in questo tragico momento storico. La testimonianza delle suore carmelitane, che dichiarano di affrontare le paure automaticamente, ma con determinazione ecclesiale, rappresenta l’impegno costante di una comunità che non si arrende.
Nel cuore della Cattedrale, tra gioia e timore, la missione di pregare per la pace rimane forte. Il nucleo del Natale, che invita alla riflessione e alla comunità, continua ad ispirare i fedeli a perseguire una vita di carità e di amore, illustrando che, nonostante le circostanze avverse, la luce di Gesù continua a brillare. La celebrazione di questo Natale a Kharkiv non è solo un momento di festa, ma una forte affermazione di speranza per il futuro.
Ultimo aggiornamento il 26 Dicembre 2024 da Marco Mintillo