In vista della prossima manovra finanziaria, la Cgil esprime forte contrarietà all’ipotesi di ridurre la rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione. Una decisione di tale portata, come evidenziato dal sindacato, significherebbe un ulteriore impoverimento dei pensionati, con conseguenze drammatiche per le loro finanze. La Cgil e lo Spi hanno presentato un’analisi che mette in luce l’impatto devastante di tali misure sui redditi pensionistici. Vediamo nel dettaglio i dati e le simulazioni che descrivono questo scenario preoccupante.
l’impatto dei tagli sulla rivalutazione delle pensioni
Le conseguenze economiche per i pensionati
Il sindacato segnala che, se dovesse essere attuata la proposta di tagliare la rivalutazione delle pensioni, il governo potrebbe risparmiare un miliardo di euro nel 2025. Questa cifra andrebbe ad aggiungersi ai 10 miliardi già privati ai pensionati negli ultimi due anni. Secondo le stime, nel ciclo triennale che va dal 2023 al 2025, una pensione netta di 2.029 euro, che nel 2022 godeva di stipendi dignitosi, potrebbe subire una perdita complessiva di ben 3.571 euro. La situazione diventa ancora più tragica per chi percepisce una pensione di 2.337 euro, il cui saldo scenderebbe di 4.487 euro.
Questi importi non sono semplici numeri, ma rappresentano la realtà di migliaia di cittadini italiani, che si trovano a dover affrontare una vita post-lavorativa con risorse sempre più limitate. Il sindacato parla di un’impatto cumulativo devastante, che nel lungo periodo potrebbe portare a rinunce fino a 40.000 euro nel corso della vita attesa dopo il pensionamento.
Simulazioni delle perdite economiche
Il Dipartimento Previdenza della Cgil e lo Spi hanno svolto un’analisi dettagliata sui tagli già previsti per il 2025, corroborata da simulazioni numeriche. Per esempio, un pensionato con una pensione netta di 1.732 euro subirebbe un taglio di 968 euro, mentre chi percepisce 2.646 euro vedrebbe diminuire il proprio reddito di ben 4.534 euro. Le proiezioni lanciati da questo studio avvertono che, sul lungo periodo e considerando l’aspettativa di vita, le perdite economiche potrebbero raggiungere cifre vertiginose.
Secondo i dati, un pensionato con 1.732 euro netti dovrà fare i conti con una perdita totale di circa 8.772 euro nel complesso della sua vita, mentre chi riceve 2.646 euro netti avrà a che fare con una sottrazione di reddito pari a 44.462 euro. Cgil e Spi definiscono queste perdite come “una inaccettabile sottrazione di reddito frutto di contribuzione”, sottolineando la gravità della situazione che si aggrava ogni anno.
le richieste della cgil
La difesa dei diritti dei pensionati
Alla luce di queste stime allarmanti, la Cgil ha avviato una campagna di sensibilizzazione volta a difendere i diritti dei pensionati. Il sindacato invita il governo a trovare soluzioni alternative alle manovre di risparmio che gravano sulle già fragili finanze dei pensionati. La proposta di rivedere le politiche di rivalutazione delle pensioni è vista come un attacco frontale al potere d’acquisto di questi cittadini, già messi a dura prova dalla crescente inflazione e dall’aumento del costo della vita.
In questo contesto, la Cgil sta mobilitando il consenso di altre organizzazioni e movimenti sociali per opporsi a qualsiasi ulteriore riduzione dei diritti economici dei pensionati. La discussione è aperta, ma la solidarietà tra le varie associazioni potrebbe risultare fondamentale per creare una risposta unitaria.
L’attenzione ai diritti sociali
Cgil e Spi non intendono limitarsi a contestare le misure in discussione, ma vogliono anche promuovere un dibattito pubblico sui diritti dei pensionati e sull’importanza di una pensione dignitosa. Le prospettive future sono inquietanti, ma attraverso un’azione collettiva e mirata, il sindacato spera di far sentire la propria voce e di garantire a chi ha contribuito al sistema previdenziale un sostegno equo e responsabile nei momenti di maggiore vulnerabilità.
Il fronte della lotta per i diritti dei pensionati è in moto, e la Cgil continuerà a lavorare instancabilmente per proteggere le conquiste ottenute fino ad oggi.