La Chiesa Italiana si mobilita contro gli abusi: l’impegno di Chiara Griffini al summit di Roma

La conferenza “Safeguarding in the Catholic Church in Europe” a Roma, con Chiara Griffini protagonista, promuove procedure efficaci contro gli abusi e sottolinea l’importanza di ascoltare le vittime e le loro famiglie.
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La Chiesa Italiana si mobilita contro gli abusi: l'impegno di Chiara Griffini al summit di Roma - Gaeta.it

La conferenza “Safeguarding in the Catholic Church in Europe“, in corso a Roma, offre una piattaforma significativa per discutere e promuovere procedure efficaci nella lotta contro gli abusi. Chiara Griffini, presidente del Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori della Conferenza Episcopale Italiana, si distingue come figura chiave del dibattito, sottolineando l’importanza di una risposta rapida e giusta alle segnalazioni. La sua partecipazione sottolinea la necessità di costruire una rete di supporto e giustizia all’interno della Chiesa, in particolare per le famiglie delle vittime, spesso segnate da un profondo senso di colpa.

Chiara Griffini e il suo ruolo di innovatrice

Nominata per la prima volta a capo di un organismo così rilevante, Chiara Griffini porta con sé un’ampia esperienza nel campo della psicologia e dell’ascolto delle vittime. Il cardinale Matteo Zuppi ha descritto la dottoressa come una “professionista seria” e ben preparata, il che riflette una nuova direzione della Chiesa italiana verso un approccio più umano e centrato sulle vittime. La sua nomina ha richiesto l’adeguamento dello statuto dell’organismo, segnando un cambiamento importante nell’istituzione ecclesiastica.

Durante la conferenza, Griffini ha la responsabilità di condividere le “best practices” adottate dai vescovi italiani dal 2019, enfatizzando l’importanza della sensibilizzazione e dell’accoglienza delle vittime e delle loro famiglie. La sua esperienza personale la spinge a riconoscere che anche le famiglie devono affrontare un dolore profondo dopo aver affidato i propri figli a chi ha tradito la loro fiducia. La dignità di queste famiglie nella loro ricerca di verità e giustizia è stata un elemento centrale nei suoi interventi.

Sviluppi positivi nella rete di tutela

Uno dei temi principali trattati da Chiara Griffini durante il summit è l’efficacia della rete di safeguarding avviata dalla Chiesa italiana. A partire dal 2019, è stata creata una struttura di protezione capillare in tutte le 226 diocesi italiane, con programmi rivolti non solo a prevenire gli abusi ma anche a formare, tra il 2020 e il 2022, oltre 24 mila persone nel settore. Questo sforzo si è intensificato nonostante le sfide imposte dalla pandemia, e Griffini sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione e la responsabilità formativa.

Un aspetto distintivo del lavoro della Chiesa italiana è la collaborazione con la società civile attraverso il coinvolgimento nell’Osservatorio Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia. Questa iniziativa permette alla Chiesa di estendere il proprio raggio d’azione e lavorare in sinergia con altre istituzioni per affrontare una questione che, come sottolinea Griffini, non si limita all’ambito ecclesiale, ma si estende a diversi contesti sociali e comunitari.

La cooperazione tra Chiesa, società civile e politica

Il coinvolgimento della Chiesa Italiana nella lotta contro gli abusi rappresenta un passo significativo verso un dialogo costruttivo con la società civile e la politica. Griffini ha ribadito l’importanza dell’approccio integrato, dove la Chiesa non è solo un’entità che offre protezione ma diventa parte attiva di un sistema più ampio. Parte della strategia per il Piano Nazionale di contrasto include la sensibilizzazione delle famiglie, poiché il fenomeno dell’abuso è complesso e diffuso in molteplici ambiti.

L’Osservatorio, con il suo ruolo permanente, offre a Griffini e alla CEI un accesso privilegiato per contribuire a definire e implementare politiche nazionali efficaci. Attraverso questo canale, si punta a una maggiore responsabilità collettiva nel creare ambienti sicuri per i minori, che sono essenziali per il futuro della società e della Chiesa stessa.

L’importanza del contributo dei laici

Un altro punto cruciale evidenziato da Chiara Griffini è il valore del contributo dei laici nella gestione dei servizi di tutela. La predominanza di referenti laici, molti dei quali donne, e la loro esperienza multidisciplinare apportano nuove prospettive alla Chiesa. Questi professionisti, operanti in ambiti giuridici, educativi e psicologici, stanno costruendo un approccio proattivo che non solo cerca di prevenire gli abusi, ma mira anche al benessere degli individui coinvolti.

Questo approccio complessivo è fondamentale in quanto riconosce che ogni minore è il figlio di qualcuno e il benessere di tutta la comunità è interconnesso. Puntare sulla formazione continua e sull’impegno reciproco è essenziale per ristabilire la fiducia, un obiettivo centrale anche per la Giornata nazionale del 18 novembre dedicata alle vittime.

La voce delle vittime e le sfide future

Durante la conferenza, è stata sottolineata l’importanza di ascoltare le vittime e le loro famiglie, evitando che siano altri a parlare per loro. Sono stati creati percorsi di cura ecclesiale e spirituale per garantire che le loro voci vengano riconosciute e ascoltate. La Chiesa italiana si impegna non solo a sostenere le vittime primarie, ma anche a supportare i genitori che spesso vivono un senso di colpa profondo per la fiducia tradita.

Già si riconosce che le modalità di risposta alle segnalazioni non sempre sono state tempestive, aggravando il dolore delle persone coinvolte. La consapevolezza di queste mancanze è un richiamo costante a migliorare le pratiche di giustizia interne.

Diversi casi di abuso hanno colpito profondamente Chiara Griffini, evidenziando come intere famiglie siano state ferite. Il suo lavoro si concentra non solo sulla cura delle vittime, ma anche sull’importanza di ristabilire un legame di fiducia tra la Chiesa e le famiglie, attraverso azioni concrete e rispettose.

Griffini conclude il suo intervento guardando al futuro, auspicando che la Chiesa possa diventare un faro di speranza, un luogo di crescita e formazione. I progetti instaurati e le collaborazioni avviate, non solo in Italia ma anche in Europa, possono contribuire a tessere una rete di giustizia e cura che sradichi gli abusi e operi per il benessere delle comunità, attraverso un impegno collettivo unico e significativo nel panorama attuale.

Ultimo aggiornamento il 14 Novembre 2024 da Armando Proietti

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